Il PD, l’unico che può cambiare le cose

Si tornerà a votare con questa legge elettorale, scrive Michele Salvati sul Corriere, e solo un partito che fa le primarie può sparigliare

Foto Matteo Bovo/LaPresse
01/02/2013 Firenze, Italia
politica
Comizio al teatro Obihall di Firenze "L'Italia giusta" per elezioni 2013
Nella foto: Pier Luigi Bersani, Matteo Renzi
Foto Matteo Bovo/LaPresse 01/02/2013 Firenze, Italia politica Comizio al teatro Obihall di Firenze "L'Italia giusta" per elezioni 2013 Nella foto: Pier Luigi Bersani, Matteo Renzi

Sul Corriere della Sera Michele Salvati – economista, politologo e ispiratore della nascita del Partito Democratico – commenta la situazione politica bloccata arrivando a tre conclusioni: che è probabile si torni a votare con la stessa legge elettorale; che perché non finisca come a febbraio è necessaria un’offerta diversa che può dare solo il PD; e che un’intesa del PD col M5S sarebbe invece un passo indietro.

Per ragioni evidenti – l’impossibilità di Scelta Civica di allearsi con il Pdl, Berlusconi imperante, e la maggior vicinanza dei 5 Stelle alle istanze moralizzatrici del Pd – in questo tornante drammatico il Pd gioca un ruolo pivotale. Se le posizioni dei partiti restano quelle in cui sono sinora attestati – ma è un grosso «se» – il nuovo presidente della Repubblica sarà costretto a sciogliere il Parlamento e si dovrà andare a nuove elezioni (in autunno?) con la stessa legge con la quale si sono tenute quelle del 24-25 febbraio. Che cosa garantisce allora che esse daranno un esito diverso dallo stallo in cui oggi ci troviamo? Nulla, se non una diversa offerta politica e un diverso gioco di alleanze. Da Berlusconi non ci si possono attendere sorprese: attaccherà «comunisti» e «giudici» a testa bassa e vi aggiungerà Monti, incolpandoli di tutti i mali possibili. Una strategia, cui la Lega si accoda, che non ha perso la sua efficacia. E il Pd? E Scelta Civica? Per quest’ultima è assai difficile allearsi in una lista comune con un Pd che includa anche Vendola, e sicuramente subirebbe perdite; perdite che però potrebbero essere compensate da una retorica elettorale che faccia leva sull’emergenza e sullo stato di necessità. E, soprattutto, potrebbero essere lenite dalla spartizione del premio elettorale. La possibilità di ottenere risultati diversi con la stessa legge elettorale resta dunque sostanzialmente affidata al mutamento dell’offerta politica del Pd.

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