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  • Lunedì 18 febbraio 2013

A Cipro si andrà al ballottaggio

Il candidato di centrodestra si contenderà la presidenza con quello dei comunisti, dopo una campagna elettorale dominata dalla crisi economica

A young supporter of Cypriot presidential candidate rightwing leader Nicos Anastasiades waves a party flag after the announcement of the results of the first round of the presidential elections in Nicosia on February 17, 2013. Disy party head Anastasiades won 45 percent, ahead of Stavros Malas backed by the AKEL communist party, who clinched 27. AFP PHOTO / YIANNIS KOURTOGLOU

 (Photo credit should read Yiannis Kourtoglou/AFP/Getty Images)
A young supporter of Cypriot presidential candidate rightwing leader Nicos Anastasiades waves a party flag after the announcement of the results of the first round of the presidential elections in Nicosia on February 17, 2013. Disy party head Anastasiades won 45 percent, ahead of Stavros Malas backed by the AKEL communist party, who clinched 27. AFP PHOTO / YIANNIS KOURTOGLOU (Photo credit should read Yiannis Kourtoglou/AFP/Getty Images)

Alle elezioni presidenziali del 17 febbraio 2013 a Cipro il candidato considerato favorito, il leader del partito di centrodestra Unione Democratica, Nicos Anastasiades, non è riuscito a raggiungere la maggioranza assoluta, fermandosi al 45,46 per cento dei voti. I cittadini di Cipro dovranno tornare a votare il 24 febbraio per il ballottaggio: Anastasiades sfiderà Stavros Malas, sostenuto dal partito comunista Akel, che ha ottenuto il 26,91 per cento. Al terzo posto si è posizionato il leader degli indipendenti, George Lillikas, con il 24,93 per cento dei voti. Dal 2008 il presidente del paese è il comunista Demetris Christofias.

La campagna elettorale è stata dominata dalla crisi finanziaria. Cipro è stato il quinto paese dell’eurozona a chiedere il salvataggio dopo che la grave crisi economica iniziata nel 2008 l’aveva costretto a una crisi di liquidità, causata soprattutto dalla ristrutturazione del debito sovrano della Grecia. Le banche avevano perso molti soldi per i prestiti dati al governo greco, tramite l’acquisto di obbligazioni, che si aggiunsero a quelli prestati alle imprese locali. In totale le banche avevano un debito di 152 miliardi di euro, otto volte il PIL del paese, secondo una stima del Fondo Monetario Internazionale.

Il governo cipriota aveva richiesto circa 17 miliardi di euro all’Unione Europea (Commissione Europea e Banca Centrale Europea) e al Fondo Monetario Internazionale, una cifra non particolarmente significativa se confrontata con altre richieste di salvataggio ma praticamente pari al PIL del paese. I negoziati tra il governo uscente del presidente Christofias e le istituzioni finanziarie internazionali si erano bloccate per un disaccordo su alcune questioni tecniche sul pagamento del debito cipriota.

Prima delle elezioni Nicos Anastasiades aveva detto che in caso di vittoria avrebbe accettato il pacchetto delle misure di austerità richieste dall’UE e dal FMI, aggiungendo di volere restaurare anche i rapporti con la comunità turca nel nord, che si interruppero dopo la divisione dell’isola nel 1974. Da allora l’isola di Cipro è divisa in due parti, il sud a prevalenza greca e il nord a prevalenza turca.

Foto: (Yiannis Kourtoglou/AFP/Getty Images)