Il film di Bill Emmott rifiutato dal MAXXI

Il documentario dell'ex direttore dellEconomist doveva essere trasmesso in anteprima il 13 febbraio: la versione del museo, quella di Emmott e il trailer

Ieri Bill Emmott, giornalista inglese ed ex direttore dell’Economist, ha scritto sul proprio account Twitter che l’anteprima del suo documentario Girlfriend in a Coma, in programma al MAXXI di Roma il 13 febbraio prossimo, è stata annullata. Il documentario, scritto con Annalisa Piras, racconta alcune vicende che avrebbero segnato il declino dell’Italia negli ultimi anni, per colpa, soprattutto, di Silvio Berlusconi.

Il MAXXI, il Museo nazionale delle arti del XXI secolo, ha spiegato in un comunicato che, essendo un’istituzione pubblica nazionale «vigilata dal Ministero dei Beni Culturali», per una prassi da tenere in periodo di campagna elettorale, non può ospitare manifestazioni che possono avere una «valenza politica» e che l’anteprima del documentario potrà essere trasmessa dal 26 febbraio prossimo, cioè dopo le elezioni del 24 e 25 febbraio 2013. Ieri sera però, il ministero ha precisato con una nota di non aver dato alcuna disposizione sulla proiezione del documentario: «il MAXXI è una fondazione di diritto privato le cui decisioni sono assunte dagli organi competenti».

Dunque, sembra che la decisione sia stata presa, autonomamente, dalla Presidente della Fondazione, Giovanna Melandri (ex ministro e deputato del Partito Democratico), sostenendola anche con un tweet. Bill Emmott è un importante giornalista inglese, che è stato direttore dell’Economist dal 1993 al 2006, periodo in cui ha più volte criticato Silvio Berlusconi. Oggi, sulla Stampa, Emmott ha commentato la vicenda e ha ricostruito la sua versione dei fatti, sostenendo che il rinvio della proiezione sia in realtà una censura.

Beh, non mi sarei sorpreso se fosse stato un governo guidato da Silvio Berlusconi a impedirmi di tenere la mia anteprima italiana al museo d’arte MAXXI. Sarebbe stato normale, dopo che mi ha citato in giudizio due volte per diffamazione. Ma mi lascia letteralmente sbalordito che la prima, prevista a Roma il 13 febbraio, del mio documentario sull’Italia, «Girlfriend in a Coma», sia stata cancellata dalla Fondazione MAXXI dopo una consultazione con il ministero dei Beni Culturali.

La prima avrebbe dovuto essere un evento riservato agli ospiti invitati. Ed era stato previsto che questi includessero i leader di tutti i partiti politici, così come gli uomini d’affari al vertice, i giornalisti, gli ambasciatori, i personaggi intervistati dal film: potete immaginare il tipo di persone. Sarebbe stato ospitato da Terravision, la compagnia di autobus aeroportuali che è stata registrata in Gran Bretagna a causa delle difficoltà di gestire un’impresa in Italia. Terravision aveva anche ospitato un lancio del mio libro «Forza, Italia» a Roma nel novembre 2010. Così mi ritrovo a chiedermi: sarebbe potuto accadere in qualsiasi altra democrazia occidentale? La motivazione fornita dal MAXXI è che, essendo una fondazione privata che gestisce un museo sotto il controllo del ministero della Cultura, non ha il permesso di ospitare eventi che potrebbero essere considerati «politici», data l’imminenza delle elezioni.

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Il trailer di Girlfriend in a Coma