Massimo Mucchetti, giornalista e candidato PD

Il Corriere della Sera ha intervistato il suo vicedirettore, che sarà candidato al Parlamento alle prossime elezioni: «Meglio l'Agenda Bersani»

Massimo Mucchetti, vicedirettore del Corriere della Sera, sarà candidato in Parlamento per il PD alle prossime elezioni. Mucchetti ha 59 anni, è laureato in Filosofia e ha lavorato per il Sole 24 Ore e per l’Espresso, di cui è stato vicedirettore. Si è occupato molto di economia, ha partecipato spesso all’Infedele, il programma condotto da Gad Lerner su La7, e si è parlato parecchio di lui nel 2004 in relazione alla presunta tentata intrusione nel suo computer da parte di alcune persone per conto di Telecom. Oggi è intervistato da Federico Fubini sul Corriere della Sera e spiega perché ha accettato la proposta di candidarsi.

Quando l’hai deciso?
«Subito prima di Natale, tra il 22 e il 24 dicembre. E non è stato facile, né comodo. Mi sento giornalista fino in fondo e parte integrante del Corriere. Ma prima di tutto sono un cittadino della Repubblica».

Massimo Mucchetti, 59 anni, editorialista e vicedirettore ad personam di questo giornale, si gode sui campi di sci di Ponte di Legno la domenica di passaggio dalle vesti di giornalista a candidato del Pd alla Camera, nel listino di Pier Luigi Bersani.

Lo sai cosa si dirà ora, no? Enrico Mentana sostiene già che entrare in politica, per i giornalisti, è un controsenso.
«La storia della politica è piena di giornalisti, a cominciare dal Corriere. Da Luigi Einaudi allo stesso Monti, che scrisse cose importanti prima dell’incarico. Da Spadolini a Luigi Albertini, entrambi senatori. Enrico ha una sua sensibilità, rispettabile, ma ce ne sono anche altre».

Fra gli elettori c’è chi penserà che esiste un mondo a vasi comunicanti fra le cosiddette élite, siano esse della magistratura, dei media, degli affari o del palazzo.
«Un tema che non mi tocca: sono figlio di un calzolaio e i miei amici sono persone normali. Il travaso va male se fatto in conflitto d’interessi. Se avviene in modo pulito la politica disinteressata, diversamente da quanto dice il cardinale Bagnasco, non è appannaggio di un solo uomo né di un solo partito il travaso può portare competenze ed esperienze. A patto che le élite vengano selezionate per merito e non per censo, per origini familiari o di consorteria».

Ora sei un candidato di partito. Trovi che in Italia la distanza fra i media e gli altri poteri sia sufficiente?
«Bersani mi propone come indipendente, ma accetto di essere considerato di parte. Dovrebbe farlo anche Monti. Altrimenti si fa come il ministro degli Interni, Cancellieri. Ciò detto, la distanza tra i media e i poteri non è mai sufficiente, in particolare verso il potere economico, che oggi è quello principale».

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Massimo Mucchetti a Che tempo che fa il 2 dicembre 2012

foto: LaPresse