La Democrazia Cristiana di Monti

Pigi Battista spiega sul Corriere cosa potrebbe essere un nuovo movimento centrista e a cosa invece sembra tendere quello che si sta formando

L’editoriale di domenica del Corriere della Sera è firmato da Pierluigi Battista, che analizza l’impressione che sembra dare il rassemblement di appoggi e complicità che si sta creando intorno all’ingresso in campagna elettorale di Mario Monti.

È difficile definire cosa sia il «nuovo» in politica. Più agevole capire cosa invece rischia di emanare un sapore di antico. E di già visto. La coalizione che si ispira all’Agenda di Mario Monti può essere tante cose, e raccogliere molte anime. Può essere il punto di riferimento né centrista né moderato di una borghesia moderna che, assieme al rigore finanziario che ha caratterizzato oltre un anno di governo tecnico, esige più liberalizzazioni, meno bardature burocratiche, uno Stato più snello, un mercato del lavoro meno punitivo con i giovani, la promozione della meritocrazia, un fisco meno opprimente. Oppure può annacquare la sua novità imbarcando nelle sue scialuppe un personale politico logorato. O addirittura facendo il verso, stavolta con una massa elettorale meno cospicua ma con una spinta molto accentuata del mondo cattolico e financo dei vertici vaticani, ai fasti di ciò che fu la Democrazia Cristiana.

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