Renzi e le alleanze del PD

Oggi Avvenire pubblica un’intervista a Matteo Renzi, sindaco di Firenze e candidato alle primarie del centrosinistra, in cui parla della recente vittoria di Barack Obama alle presidenziali negli Stati Uniti legandolo all’inesauribile tema delle alleanze del Partito Democratico.

Bastavano le immagini. Il volto di Obama, l’abbraccio con Michelle, l’entusiasmo del popolo americano: un trionfo di democrazia. Laggiù c’è una politica che fa sperare, che emoziona, che infiamma; qui siamo raggomitolati nelle nostre paure, chiusi nelle nostre frustrazioni. Laggiù questa crisi atroce non ha azzerato le emozioni, anzi le ha quasi esaltate. Laggiù Obama è stato capace di scegliere una strada e di seguirla con coraggio. Senza tatticismi. Ha solo scelto gli americani e noi dobbiamo fare come lui.

Questa volta la possibilità di farcela è concreta, il cambiamento non è mai stato così vicino. Lo vogliamo noi, ma soprattutto lo vogliono gli italiani. Questa nuova stagione però non passa dagli accordi di potere, non prende forma dietro un’estenuante ricerca di equilibri e dietro infinite trattative. E a me non interessano le alleanze né con Vendola, né con Casini. Mi sta a cuore solo la nostra capacità di raccontare un progetto credibile per l’Italia.

Sì, il Pd di Renzi può correre e vincere da solo. Senza i partiti, con gli italiani.