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  • Giovedì 8 novembre 2012

Porto Rico vuole diventare il 51esimo stato USA

Al referendum di martedì il 61,82 per cento ha votato per l'adesione, ma sarà il Congresso americano a decidere

Supporters of Alejandro Garcia Padilla, candidate for governor of the pro-commonwealth Popular Democratic Party, cheer during his closing campaign rally in San Juan, Puerto Rico, Sunday, Nov. 4, 2012. Puerto Rican voters will once again ponder the decades-old question over the island’s political future when they go to the polls Tuesday: What kind of relationship do they really want with the United States? Officially, the Caribbean island is the U.S. Commonwealth of Puerto Rico, a semi-autonomous extension of the U.S. mainland, its giant neighbor 1,000 miles to the northwest. (AP Photo/Ricardo Arduengo)

Supporters of Alejandro Garcia Padilla, candidate for governor of the pro-commonwealth Popular Democratic Party, cheer during his closing campaign rally in San Juan, Puerto Rico, Sunday, Nov. 4, 2012. Puerto Rican voters will once again ponder the decades-old question over the island’s political future when they go to the polls Tuesday: What kind of relationship do they really want with the United States? Officially, the Caribbean island is the U.S. Commonwealth of Puerto Rico, a semi-autonomous extension of the U.S. mainland, its giant neighbor 1,000 miles to the northwest. (AP Photo/Ricardo Arduengo)

Martedì scorso i cittadini di Porto Rico hanno votato due referendum per decidere sullo status dell’isola. Uno dei due quesiti chiedeva alla popolazione se continuare a mantenere il ruolo attuale, cioè quello che tecnicamente è definito come “stato associato degli Stati Uniti”: quasi il 54 per cento dei portoricani ha risposto no. L’altro quesito chiedeva invece quale status i cittadini volessero per il loro territorio: il 61,82 per cento dei portoricani ha risposto di volere l’adesione agli Stati Uniti come 51esimo Stato. Le altre due opzioni erano: l’indipendenza (votata dal 5,29 per cento) e il mantenimento dello stato associato (votata dal 33,89 per cento).

Porto Rico, che si trova nel nord-est del mar dei Caraibi, ha la forma di stato associato dal 1952. I referendum votati martedì però non sono vincolanti e ora spetta al Congresso degli Stati Uniti decidere se accettare l’adesione di Porto Rico. Quasi un terzo dei cittadini che ha votato alla prima domanda (quella sul mantenimento dello status attuale) non l’ha fatto per la seconda (la scelta dello status). E quindi in base alle schede scrutinate, il sostegno all’adesione agli Stati Uniti, a livello generale, può essere associato soltanto al 45 per cento dei votanti. Quel 61 per cento, che ha votato per l’adesione agli Stati Uniti, rappresenta soltanto un terzo dei votanti totali di martedì, in base a quanto hanno voluto precisare gli analisti, anche se il voto è valido e la maggioranza è considerata tale.

Oltre che per la forma giuridica del paese, i cittadini hanno votato anche per l’elezione del nuovo governatore: Luis Fortuno del Nuovo Partito Progressista (PNP), governatore in carica e promotore del referendum, è stato battuto da Alejandro Garcia Padilla del Partito Popolare Democratico (PDP), che aveva appoggiato il mantenimento dell’attuale status. Dunque si può dire che i favorevoli all’adesione sono stati i repubblicani e i favorevoli al mantenimento dello status attuale i democratici: che hanno spiegato che questo patto permette all’isola di mantenere una certa autonomia giurisdizionale ed economica.

Sotto questa forma Porto Rico non è una nazione a sé stante, ma nemmeno uno stato americano. In passato i portoricani avevano votato altre tre volte sulla questione (nel 1967, nel 1993, nel 1998), scegliendo sempre di mantenere questa situazione. Poi, nel 2011 la Camera degli Stati Uniti ha approvato una legge che permetteva a Porto Rico di decidere sulla propria identità e quindi è stato indetto un altro referendum. Porto Rico è stata sotto la giurisdizione degli Stati Uniti dal 1898. In questa situazione ci sono cose che i cittadini portoricani hanno in comune con quelli americani e altre no: non possono votare per il presidente degli Stati Uniti, ma pagano la previdenza sociale e il Medicare, il programma di assicurazione medica amministrato dal governo federale, mentre invece pagano tasse portoricane e non quelle federali.

Foto: AP Photo/Ricardo Arduengo