Metabolizzare il parvenu

Giuseppe De Rita riflette sulle cause delle "ondate di sputtanamento nazionale" e sulle soluzioni in vista

Giuseppe De Rita, illustre sociologo e fondatore del Censis, affronta oggi sulla prima pagina del Corriere della Sera il tema del declino civile italiano di cui molti esempi vengono raccontati in questi giorni, e parla di “ondate quasi periodiche di sputtanamento nazionale”.

C’è però da domandarsi quale sia il motore immobile e ricorrente di queste ondate. A guardar bene, si capisce che esse sono legate all’entrata nel gioco politico e del potere pubblico di gruppi a lungo tenuti in condizioni di marginalità minoritaria ma che una volta «sdoganati» si sono accanitamente volti a recuperare il tempo perduto, senza alcun rispetto umano. Un Paese per secoli povero non passa a essere signorilmente borghese solo perché è diventato agiato; deve necessariamente assorbire ondate di parvenu, di ex poveri che vogliono esprimere anche senza stile la propria coazione alla ricchezza. Così un Paese per secoli senza democrazia, senza dialettica culturale e politica, non passa ad avere rapidamente partecipazione e trasparenza civile; deve assorbire i grumi di un passato (di piazza, di covi, o d’alcove) che dal potere era escluso e poi si è sentito autorizzato a goderne.

(leggi per intero su Corriere.it)