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  • Venerdì 28 settembre 2012

Gianrico Carofiglio e la differenza tra critica e insulto

Lo scrittore spiega a Repubblica perché ha fatto causa a un editor che lo aveva definito "scribacchino" e "mestierante", e dice che gli bastano delle scuse

Foto Cosima Scavolini/Lapresse
24-05-2011 Roma
Cultura
Prove per la seconda serata del Festival delle Letterature
Nella foto Gianrico Carofiglio 
 Carofiglio24-05-2011 Rome
Culture
Rehearsal for the second evening of Festival delle Letterature
In the photo writer Gianrico Carofiglio

Foto Cosima Scavolini/Lapresse
24-05-2011 Roma
Cultura
Prove per la seconda serata del Festival delle Letterature
Nella foto Gianrico Carofiglio

Carofiglio24-05-2011 Rome
Culture
Rehearsal for the second evening of Festival delle Letterature
In the photo writer Gianrico Carofiglio

Dopo aver fatto causa in sede civile all’editor di Ponte alle Grazie Vincenzo Ostuni, che l’aveva definito sulla sua pagina Facebook “scribacchino” e “mestierante”, lo scrittore e senatore del PD Gianrico Carofiglio ha spiegato in un’intervista a Repubblica di oggi la sua contestata decisione. La storia è legata al premio Strega 2012 assegnato ad Alessandro Piperno, al quale Carofiglio si è posizionato terzo alle spalle di Emanuele Trevi, il cui libro è stato pubblicato proprio da Ponte alle Grazie. Un gruppo di ormai 200 scrittori e intellettuali ha reagito all’iniziativa legale di Carofiglio difendendo Ostuni e soprattutto il diritto di critica firmando un documento e organizzando una manifestazione a Roma. Carofiglio difende la scelta di fare causa a Ostuni, invita a distinguere critiche e insulti ma dice che se dovesse ricevere delle scuse riterrebbe chiusa la questione.

Dopo giorni di silenzio, Gianrico Carofiglio ha deciso di intervenire. E di spiegare la sua versione. Dà l’idea di non essere preoccupato. Intorno a lui però monta la protesta. Due giorni fa a Roma si è tenuto un flash mob in difesa di Vincenzo Ostuni, l’editor di Ponte alle Grazie che ha giudicato Il silenzio dell’onda opera di uno “scribacchino” e di un “mestierante”. Il giorno prima una lunga lista di scrittori, intellettuali e gente comune ha firmato un documento denunciando l’“intento intimidatorio” della richiesta di risarcimento danni (siamo ora a circa 200 firme, tra le ultime adesioni ci sono Tariq Alì e Chomsky). In ballo, in questo caso iniziato dopo la finale dello Strega, non ci sono solo 50 mila euro, ma il sottile discrimine tra libertà di critica e offesa personale.

Iniziamo dal principio. Che cosa l’ha offesa? Perché non accetta le critiche?
«Una premessa di metodo. Una cosa sono i giudizi motivati sulle opere e un’altra le offese personali. I primi sono sempre ammissibili, ci mancherebbe. Le seconde mai. Si può dire “il tuo libro fa schifo”, anche se non è elegante. Non si può dire: “tu
mi fai schifo”».

Continua a leggere l’intervista di Repubblica

Il documento contro Carofiglio
Due sviste, e ora finiamola