Compagni dai campi

Belle foto di un mondo molto coltivato, e di braccia consegnate all'agricoltura

French farmer RenÈ LÈa holds organic Lorient cabbages on November 12, 2011 in Plouescat, western France. AFP PHOTO / FRED TANNEAU (Photo credit should read FRED TANNEAU/AFP/Getty Images)
French farmer RenÈ LÈa holds organic Lorient cabbages on November 12, 2011 in Plouescat, western France. AFP PHOTO / FRED TANNEAU (Photo credit should read FRED TANNEAU/AFP/Getty Images)

«Quel vero e proprio ossimoro che è l’agroindustria» ha scritto mercoledì Michele Serra nella sua rubrica su Repubblica parlando della perdita di centralità dell’agricoltura nella cultura e nei consumi contemporanei. L’agricoltura, la coltivazione dei campi, i prodotti vegetali, sono stati protagonisti nell’ultimo mezzo secolo di una trasformazione di ruolo e identità epocali e spiazzanti, e oggi quello che una volta a scuola sembrava definito esattamente, e si usava ancora il termine “contadini”, è diventato una cosa assai più complessa, attraversata da crisi e contemporanei sviluppi impensati. È un pianeta di campi e raccolti, e ci nutriamo dei frutti della terra continuamente, eppure non ne parliamo mai, ne discutiamo poco, il nostro background culturale è fatto di altro.  Ma è un mondo coltivato.