Il nuovo libro di Enrico Deaglio – “Il vile agguato“ (Feltrinelli) – è dedicato alle indagini sulla strage di via D’Amelio a Palermo in cui fu ucciso il magistrato Paolo Borsellino assieme a cinque agenti della sua scorta, il 19 luglio 1992. Il libro si conclude con una “succinta cronologia degli ultimi cinquantasei giorni di vita di Paolo Borsellino, compresi avvenimenti che avevano a che fare con lui, ma di cui non era a conoscenza”. Il Post ha pubblicato in sequenza, assieme al secondo capitolo del libro, la successione di quegli eventi, a vent’anni di distanza.
19 luglio, finalmente domenica
Paolo Borsellino è nella villa al mare di Villagrazia di Carini. Si sveglia alle cinque, quando riceve una telefonata dalla figlia Fiammetta in vacanza a Bali, Indonesia. Risponde dettagliatamente a una professoressa di Padova che gli chiede: perché è diventano un giudice? Che cos’è la Dia? Che cos’è la superprocura? Esce in mare e si fa un bagno. Va a pranzo dal suo vecchio amico Peppe Tricoli, consigliere comunale dell’Msi. Fa un sonnellino, ma in realtà non dorme, fuma. Guarda in tv la tappa del Tour de France, perché è un appassionato di ciclismo. Alle 16.40 comunica a tutti che va a prendere la madre in via D’Amelio, il convoglio parte da Villagrazia e arriverà a destinazione circa venti minuti dopo.
Vincenzo Scarantino si mette la tunica della confraternita religiosa della Guadagna e bussa a quattrini nel suo quartiere. I fratelli Graziano, costruttori edili, vanno a controllare il loro palazzo in costruzione in via D’Amelio. Raffaele Ganci, il capomafia della Noce, informa Salvatore Cancemi che Borsellino sarà ucciso prima che venga sera.
Il numero tre del Sisde Bruno Contrada, che ha scelto di passare le ferie a Palermo, passa la giornata con il suo vice Narracci sulla barca di un confidente. Salvatore Vitale, l’inquilino del pianterreno, presenzia al posteggio della Fiat 126, manda via i bambini che giocano in strada e se ne parte con la famiglia per Castelbuono. Salvatore Biondino dice a Giovanni Brusca che non è a disposizione perché “sotto lavoro”. Giuseppe Graviano, preceduto da una decina di uomini che gli fanno da staffette, si sistema nel giardino che chiude via D’Amelio con un telecomando. Emanuela Loi, la ragazza poliziotto, prima donna in una scorta, era in malattia a casa dei genitori in Sardegna con una febbre da cavallo, ma è tornata al lavoro per senso di responsabilità.
La bomba esplode alle 16.58.
Il primo lancio dell’agenzia Ansa è delle 17.16.
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ATTENTATO DINAMITARDO A PALERMO
(ANSA) – PALERMO, 19 LUG – Un attentato dinamitardo è stato compiuto a Palermo in via Autonomia Siciliana nei pressi della Fiera del Mediterraneo. Vi sono coinvolte numerose automobili e sono molti i feriti. Sul luogo dell’esplosione che è stata avvertita ad alcuni chilometri di distanza, sono confluite tutte le pattuglie volanti della polizia e dei carabinieri. Sono state richieste autoambulanze da tutti gli ospedali. Secondo le prime indicazioni della polizia, un magistrato sarebbe rimasto coinvolto nell’attentato. (ANSA).
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19-LUG-92 17:16 NNNN
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ATTENTATO DINAMITARDO A PALERMO (2)
(ANSA) – PALERMO, 19 LUG – Sul luogo dell’attentato le autoambulanze hanno raccolto decine di feriti per trasportarli negli ospedali della Villa Sofia, del Cervello e del Civico. Tra i feriti vi è anche un agente della polizia di stato che si pensa sia un agente di scorta. Uno dei primi soccorritori ha segnalato di aver trovato per terra una mano. La zona è sorvolata dagli elicotteri della polizia e dei carabinieri. (SEGUE).
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(ANSA) – PALERMO, 19 LUG – Sul luogo dell’esplosione giacciono a terra i corpi di quattro persone morte. (ANSA).
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ATTENTATO DINAMITARDO A PALERMO: FERITO GIUDICE BORSELLINO
(ANSA) – PALERMO, 19 LUG – Nell’attentato di Palermo è rimasto ferito, secondo le prime notizie fornite dalla polizia, il giudice Paolo Borsellino. Nella violenta esplosione di una automobile imbottita di tritolo, sono rimaste coinvolte l’autovettura del magistrato e le due blindate della scorta. (SEGUE).