“Schnell, Frau Merkel”

Le tre proposte alla Germania del direttore del Sole 24 Ore, che oggi apre con un titolo in tedesco

Il Sole 24 Ore di oggi ha il titolo di apertura in tedesco: “Schnell, frau Merkel”, cioè “Faccia presto, signora Merkel”. Il titolo rievoca il cubitale “Fate presto” dello scorso novembre ed è accompagnato da un editoriale del direttore, Roberto Napoletano, che si rivolge direttamente al cancelliere tedesco facendo tre proposte per permettere all’Europa di uscire dalla crisi una volta per tutte.

Prima è toccato alla Grecia, poi all’Irlanda e al Portogallo. Puntuale è arrivata la volta della Spagna. Tocchiamo ferro per l’Italia. Si può sostenere, con un minimo di ragionevolezza, che l’Europa esiste se si consente ai mercati di attaccare e colpire impunemente un Paese dietro l’altro? La risposta è no. Questo giornale pubblica dal 5 giugno editoriali dei padri fondatori sugli Stati Uniti d’Europa per ricordare a tutti che il prossimo vertice di fine giugno non può essere il venticinquesimo consecutivo in cui non si decide nulla. Una sola citazione firmata Helmut Schmidt, ex cancelliere tedesco, può aiutare a inquadrare la situazione che stiamo vivendo: la grande Germania sta perdendo il senso della storia, del suo riscatto europeo e della solidarietà con i partner.

Signora Merkel, così non può andare avanti. Non farà molta strada se continuerà ad essere indifferente alla rabbia dei greci, distante dall’orgoglio ferito degli spagnoli, dalle paure italiane e dalle angosce francesi. Tirare fuori 100 miliardi europei (di cittadini europei, una buona parte italiani) per difendere le banche spagnole e ritrovarsi con lo spread BTp-Bund a 473 punti (rendimento al 6,03%) e quello con i Bonos spagnoli oltre quota 520 (rendimento al 6,51%) è solo l’ultima spia di un allarme rosso che lei si ostina a volere ignorare. Non esistono vie alternative. Lo abbiamo già detto e scritto ripetutamente. Bisogna dare un messaggio forte ai mercati: l’Europa esiste, non salta, punto.

Il tempo delle parole è finito, con dieci anni di ritardo, il disegno di integrazione politica va portato a compimento attraverso scelte concrete, immediatamente operative. Almeno tre.

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