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Le città del terremoto

Storia, informazioni e vite dei posti di cui vediamo le rovine da una settimana

Cento, Mirandola, Finale Emilia, Cavezzo: sono i nomi di una serie di cittadine che a guardare la cartina si vedono disposte intorno a una linea est-ovest tra Ferrara e la provincia settentrionale di Modena. Ma bisogna guardare la cartina, oppure abitare in quei dintorni, in quelle province. Altrimenti questi nomi, al resto degli italiani, evocavano poco e rare e occasionali citazioni, fino alla settimana scorsa: quando il terremoto emiliano li ha colpiti la prima volta – e di nuovo martedì – rendendo familiari a tutti le immagini di pietre a terra, macerie e ruspe, chiese scoperchiate, e i nomi, nelle sovrimpressioni dei collegamenti dei telegiornali. Però questi paesi sono anche altro, anzi sono altro, con i loro secoli di storia, le persone che ci hanno vissuto finora e ci vivranno ancora, le cose simili e quelle originali di ogni provincia italiana. E abbiamo provato a raccontare, intorno alle macerie, al numero dei morti, e ai nomi in sovrimpressione, qualcosa di più: potrebbero essere la nostra città, e nessuna città è qualsiasi.

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Cavezzo
È un comune in provincia di Modena e conta circa 7.350 abitanti e ha una estensione di 26 chilometri quadrati. L’origine del suo nome non è del tutto certa: secondo alcuni deriva dalla radice “cave” (cavità), che ben descrive il suo territorio pieno di dossi e spesso inondato dal fiume Secchia; secondo altri, deriva invece dalla parola “cavedium”, termine utilizzato per indicare uno spazio cintato da mura. La città nel corso dei secoli ha subito l’influenza di diversi potentati, dai longobardi fino all’ottavo secolo alla casata estense fino al periodo napoleonico e l’autonomia del comune fu raggiunta nel Risorgimento. Gli edifici più antichi della zona risalgono comunque a un periodo non anteriore al XVII secolo.

La città è amministrata dal sindaco di centrosinistra Stefano Draghetti, al suo secondo mandato. La Polisportiva Cavezzo è la principale squadra di calcio della città e gioca nel girone H di Seconda Categoria. Nevruz, il concorrente di X Factor arrivato terzo nell’edizione del 2010, è originario della zona. Sul territorio della città c’è l’Osservatorio astronomico Geminiano Montanari, costruito nella seconda metà degli anni Settanta in collaborazione con il comune, che ne detiene la proprietà. L’asteroide 13145 scoperto dall’osservatorio nel 1995 è stato chiamato Cavezzo in onore della città.

Mirandola
È una città del modenese di circa 24.500 abitanti e si estende per 137 chilometri quadrati. Il suo territorio un tempo era occupato da ampie paludi e acquitrini, sottoposti più volte a processi di bonifica avviati già in epoca romana. I primi a insediarsi nella zona furono gli etruschi, ma per parlare di un insediamento autonomo e consistente occorre attendere l’XI secolo. Dal 1310 divenne la città più importante della Signoria dei Pico, famiglia nobiliare conosciuta principalmente per Pico della Mirandola, umanista e filosofo italiano molto noto del Quattrocento. La città passò al dominio estense nei primi anni del Settecento.

Il declino di Mirandola iniziò nel 1714, quando un fulmine fece esplodere la polveriera della città, distruggendo il castello che costituiva la Reggia dei Pico. Alla decadenza contribuirono anche le guerre di successione al potere e il degrado di diversi palazzi dell’abitato. In epoca risorgimentale, la popolazione che ormai nutriva un particolare astio verso il governo estense partecipò con convinzione al processo di unificazione nazionale. Nel 1860 Mirandola divenne comune della provincia di Modena, passaggio che fu accompagnato dalla costruzione di nuovi edifici e dall’istituzione di nuovi servizi pubblici.

La storia di Mirandola è ricordata da diversi monumenti ed edifici in città come il palazzo del Comune del Quattrocento sottoposto a diversi rimaneggiamenti, l’Oratorio della Madonna della Porta, la chiesa del Gesù e la chiesa di San Francesco d’Assisi. Oltre a Pico della Mirandola, di personaggi storici noti tra il XV e il XVI secolo in città nacquero il filosofo aristotelico Antonio Bernardi e il pittore Dosso Dossi. Giovanni Tabacchi, uno dei patrioti che partecipò alla spedizione dei Mille, nacque a Mirandola nel 1838. In tempi più recenti, è stata la città di origine di diversi calciatori come Matteo Melara, Fernando Benatti, Oreste Benatti e Nunzio Cavazza.

Grazie all’iniziativa del farmacista Mario Veronesi, a partire dagli anni Sessanta a Mirandola si è sviluppato un intero distretto industriale, specializzato nella ricerca e costruzione di apparecchiature e prodotti usa e getta in campo medico. Il distretto biomedicale di Mirandola è uno dei più importanti poli manifatturieri dell’Emilia, occupa circa 15mila persone e produce ricavi per 3,6 miliardi di euro. I terremoti hanno messo a dura prova la zona e molte aziende hanno dovuto sospendere le loro produzioni. Nell’area del distretto industriale sono morte cinque persone a causa dei crolli dei capannoni.

San Felice sul Panaro
Si estende su una superficie di circa 51,5 chilometri quadrati in provincia di Modena e conta 11.135 abitanti. I primi insediamenti risalgono al periodo delle terramare, i villaggi dell’età del bronzo, mentre le operazioni di bonifica e messa in ordine del territorio iniziarono solo secoli dopo in epoca romana. Nel periodo delle invasioni barbariche (166 – 476) a San Felice fu eretto un piccolo forte a scopo difensivo che fu progressivamente ingrandito e rinforzato, fino a diventare un castello con fossato e cinta muraria. Dopo essere stato feudo di Matilde di Canossa, San Felice passò sotto il dominio degli Este. In epoca rinascimentale la città fu devastata dalle invasioni spagnole e francesi e il centro abitato si riprese pienamente solo nel diciannovesimo secolo, quando si affermò come uno dei principali centri commerciali e agricoli nella zona di Modena. Ancora oggi, l’economia di San Felice è basata principalmente sull’allevamento e l’agricoltura. L’industria è comunque presente e beneficia, almeno in parte, del polo industriale biomedicale di Mirandola.

La Rocca Estense, fortemente lesionata dal terremoto, era uno dei simboli della città con le sue quattro torri angolari. Altro simbolo della città era la Torre dell’Orologio, che ha subito crolli a causa delle scosse di terremoto di ieri. La città è anche nota per essere stata il luogo di nascita di Carlo Bergamini, l’ammiraglio italiano che morì nell’affondamento della nave da battaglia Roma da parte dell’aviazione tedesca dopo l’armistizio dell’8 settembre nella Seconda guerra mondiale. A San Felice sul Panaro ieri sono morte tre persone a causa di alcuni crolli presso l’azienda Meta.

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