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  • Mercoledì 16 maggio 2012

Benetton e il Vaticano

La Chiesa ha ritirato l'azione legale per il manifesto col bacio all'imam, in cambio di nuove scuse e una donazione economica "a un'attività caritativa"

Il 16 novembre del 2011 Benetton aveva presentato una campagna pubblicitaria intitolata “UNHATE” e raffigurava capi di stato e leader religiosi – spesso in contrasto tra loro – che si baciavano. Un grande striscione con il fotomontaggio di un bacio tra papa Benedetto XVI e l’imam del Cairo Mohamed Ahmed el-Tayeb era stato srotolato sul ponte Sant’Angelo a Roma e il Vaticano aveva immediatamente reagito facendo sapere, tramite il suo portavoce Lombardi, che «si tratta di un uso del tutto inaccettabile dell’immagine del papa». Il gruppo Benetton aveva deciso di ritirare l’immagine del papa, mantenendo le altre (tranne quella col bacio tra Berlusconi e Merkel, ritirata spontaneamente). La campagna era ispirata alla celebre foto del bacio tra Leonid Breznev, allora presidente dell’Urss, e Erich Honecker, presidente della Germania orientale.

Il Corriere della Sera racconta che la questione si è chiusa con delle scuse e “una donazione a un’attività caritativa della Chiesa”. Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, ha spiegato che così si conclude l’azione legale intrapresa dal Vaticano contro il gruppo Benetton.

«Il Gruppo Benetton riconosce dunque ancora una volta pubblicamente di aver urtato la sensibilità dei credenti, riconosce che l’immagine del Papa va rispettata e può essere usata solo previa autorizzazione della Santa Sede». Il portavoce vaticano ha fatto sapere che «la Santa Sede non ha voluto chiedere risarcimenti di natura economica, ma ha voluto ottenere il risarcimento morale del riconoscimento dell’abuso compiuto e affermare la sua volontà di difendere anche con mezzi legali l’immagine del Papa». Invece di un risarcimento economico «è stato chiesto ed ottenuto dal Gruppo Benetton un atto di liberalità – limitato, ma effettivo – nei confronti di un’attività caritativa della Chiesa». «Si chiude così, anche dal punto di vista legale, un episodio molto spiacevole, che non avrebbe dovuto avvenire, ma dal quale si spera di ricavare una lezione di doveroso rispetto per l’immagine del Papa – come di ogni altra persona -, e della sensibilità dei fedeli», ha osservato ancora padre Lombardi. Parole che trovano eco anche sull’Osservatore Romano, il cui titolo definisce quella di Benetton «un’offensiva campagna pubblicitaria».