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  • Lunedì 7 maggio 2012

In Serbia si andrà al ballottaggio

Il presidente uscente Tadić, centrosinistra, si giocherà la rielezione contro Nikolić; il partito che fu di Slobodan Milošević ha raddoppiato i suoi voti

(AP Photo/Darko Vojinovic)
(AP Photo/Darko Vojinovic)

Ieri, oltre a Francia, Grecia, Italia, Germania e Armenia, si è votato anche in Serbia per le elezioni presidenziali, legislative e anche per diverse consultazioni locali. Il risultato, a spoglio non ancora concluso, sembra essere molto incerto. Il presidente uscente Boris Tadić, 54 anni, del Partito Democratico (DS) di centrosinistra ha ottenuto finora il 26,7 per cento dei voti, mentre Tomislav Nikolić, il 60enne candidato del Partito Progressista Serbo (SNS), ha ottenuto il 25,5 per cento. I due andranno dunque al ballottaggio, che si terrà il 20 maggio. Nonostante numerose differenze politiche tra i due candidati, entrambi sostengono l’adesione della Serbia all’Unione Europea, processo che va avanti da anni e che negli ultimi tempi sembra essere molto vicino.

Per quanto riguarda le elezioni legislative, invece, stando ai dati ancora incompleti, in vantaggio sarebbe il partito SNS di Nikolić, che ha già annunciato la vittoria, con il 24,7 per cento dei voti. Il Partito Democratico di Tadić, invece, si sarebbe fermato al 23 per cento, una quota decisamente inferiore rispetto a quella delle ultime elezioni del 2008, quando il DS ottenne il 38 per cento. La maggiore sorpresa, tuttavia, è arrivata dal Partito Socialista di Serbia (SPS), un tempo guidato da Slobodan Milošević, che avrebbe più che raddoppiato i suoi consensi, dal 7,6 nel 2008 al 16 delle elezioni di ieri. “Siamo resuscitati”, ha detto il leader di SPS, ministro dell’Interno uscente ed ex portavoce di Milošević, Ivica Dačić. Con questi dati, sembra probabile una nuova coalizione di governo tra democratici e socialisti con Dačić che ha già chiesto di essere premier.

Nella foto, il presidente uscente Boris Tadić (AP/Darko Vojinovic)