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  • Lunedì 2 aprile 2012

Il pesce d’aprile sul ritiro di Romney

Lo scherzo di un blog di Forbes proponeva argomenti politici tutt'altro che fantasiosi ed è stato molto discusso, nonostante sia rimasto online solo mezz'ora

(AP Photo/Steven Senne)
(AP Photo/Steven Senne)

Tra i molti scherzi e le bufale giornalistiche circolate ieri ce n’è stata una che ha fatto parlare molto di sé, soprattutto negli Stati Uniti. Len Burman, economista americano già al ministero del Tesoro durante l’amministrazione Clinton, ha un blog sul sito della rivista statunitense di economia e finanza Forbes e ieri ha pubblicato un post dicendo che Mitt Romney, il candidato alle primarie repubblicane favorito a sfidare il presidente Barack Obama alle prossime elezioni in novembre, si era “ritirato” dalla corsa alla presidenza “nell’interesse del partito”. Romney avrebbe dunque sostenuto alle elezioni il suo principale sfidante, Rick Santorum.

Forbes, che ha una policy che non ammette scherzi o articoli fasulli di questo tipo, ha cancellato dopo circa mezz’ora dalla sua homepage il post di Burman dal titolo “Romney si ritira e appoggia Santorum”. L’articolo però è ancora visibile nella cache di Google e ieri la “notizia” è stata ripresa su Twitter, da diversi siti ed è andata subito in testa agli articoli di Google News. L’analisi del finto post, però, non proponeva scenari così fantascientifici.

Romney ha detto di essersi reso conto di non avere «alcuna chance» di vincere le elezioni presidenziali di dicembre (novembre, ndr) e che una candidatura di Santorum nel 2012 sarebbe la cosa migliore «nell’interesse del partito». «Ci farà risparmiare tempo», ha spiegato Romney. «Come hanno sottolineato molti osservatori, la mia sconfitta nel 2012 verrebbe interpretata dal partito come la prova che il nostro problema è essere diventati negli anni troppo pragmatici e moderati. Di questo passo, nel 2016 vorremo “correggere” questa tendenza scegliendo come candidato alle elezioni presidenziali qualche fanatico di destra ed essere così umiliati dai democratici. Succederebbe la stessa cosa vista con Goldwater (candidato repubblicano alle presidenziali del 1964 noto per il suo estremo anticomunismo, ndr). Non voglio aspettare il 2020 affinché il mio partito torni in corsa. Io penso al risultato. Perciò perdiamo di brutto adesso e pensiamo al futuro».

Quando gli è stato chiesto se è preoccupato per i seggi che i repubblicani perderebbero al Congresso qualora alle elezioni del 2012 Santorum venisse sonoramente sconfitto, Romney ha risposto: «Certo, ma a perdere sarebbero soprattutto i fanatici del Tea Party. Quando questi andranno a casa, il Congresso allora potrà davvero fare qualcosa per il popolo americano».

Il governatore ha anche detto di «non essere troppo preoccupato» del fatto che un Congresso a maggioranza democratica e la rielezione di Obama garantirebbero la sopravvivenza della riforma sanitaria dello stesso Obama. «Sono io che ho inventato Obamacare e ne sono orgoglioso. Se fossi stato candidato alle presidenziali del 2008, l’avrei appoggiata e avrei vinto. Il 98 per cento degli abitanti del Massachussetts ha una copertura sanitaria. È ridicolo che il mio partito consideri normale il fatto che 50 milioni di americani non abbiano un’assicurazione sanitaria, accesso alle cure preventive, eccetera. Meglio trascorrere i prossimi 4 anni a pensare a come migliorare la riforma, non a sabotarla».

Romney ha spesso criticato la riforma di Obama negli ultimi tempi, ma le false dichiarazioni riportate nell’articolo di Burman si riferivano al fatto che Romney, nel 2006, approvò nello stato del Massachussetts, di cui era governatore, una riforma sanitaria per molti aspetti simile a quella di Obama. L’articolo di Burman si chiudeva infine con una cosa vera: Newt Gingrich, altro candidato alle primarie repubblicane, prometteva di rimanere ancora in corsa fino alla convention repubblicana di agosto. Che è vero ma suona comunque come uno scherzo, visto che Gingrich non ha alcuna speranza di ottenere la nomination.

foto: AP/Steven Senne