«Una farragine di errori di fatto»

Adriano Sofri ha letto il libro su cui è costruito il film su Piazza Fontana, e ne ha opinioni drastiche

Bodies are covered by sheets after a bomb explosion at Milan's Banca dell' Agricoltura bank in Piazza Fontana in this 1969 picture. People clapped in a Milan court after president Luigi Martino read the sentence for the bombing that left 16 people dead and opened a two-decade wave of terrorism in Italy, Saturday June 30, 2001. Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi and Giancarlo Rognoni were sentenced to life imprisonment. (AP Photo)
Bodies are covered by sheets after a bomb explosion at Milan's Banca dell' Agricoltura bank in Piazza Fontana in this 1969 picture. People clapped in a Milan court after president Luigi Martino read the sentence for the bombing that left 16 people dead and opened a two-decade wave of terrorism in Italy, Saturday June 30, 2001. Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi and Giancarlo Rognoni were sentenced to life imprisonment. (AP Photo)

Nella sua rubrica quotidiana “Piccola Posta” sul Foglio, Adriano Sofri si rivolge a Fabio Fazio a proposito del libro su cui è basato il film “Romanzo di una strage” – dedicato all’attentato di piazza Fontana del 12 dicembre 1969 – e che secondo Sofri è un testo del tutto inadeguato a capire quella storia.

Caro Fabio Fazio, ho guardato la tua puntata di sabato, coi tre protagonisti del film “Romanzo di una strage”, e desidero esporti la mia opinione, sulla quale tornerò presto e distesamente. Il film si dice “liberamente ispirato” al libro di Paolo Cucchiarelli, “Il segreto di Piazza Fontana”. Il quale a sua volta, nella tempestiva ristampa, si dice “il libro cui si è ispirato il film”. Tu infatti hai presentato il film, ne hai parlato con quei tre bravissimi attori, l’hai introdotto col famoso testo di Pasolini sul romanzo delle stragi, e hai anche mostrato e raccomandato il libro e la completezza della sua documentazione. Anch’io ho visto il film e avevo letto il libro. Del libro, penso di aver raramente avuto per le mani una tale farragine di errori di fatto, dovuti all’ignoranza di documenti fondamentali, e di illazioni oltraggiose, e mi propongo di dimostrarlo senza lasciare dubbi. Il film, che suscita in me pensieri e sentimenti diversi, è importante e certo destinato a dare la versione più influente su una vicenda così lacerante. Ma da subito ti pongo questo problema: se si possano accostare e raccomandare insieme un libro in cui Valpreda va in taxi a mettere la sua bomba nella Banca dell’Agricoltura (sia pure immaginando che scoppi a banca vuota), Pinelli è a parte del piano di esplosioni simultanee (sia pure andando rocambolescamente in extremis a farne disinnescare un paio), Calabresi è nel suo ufficio quando Pinelli ne precipita, e sono lui o Panessa a provocare la precipitazione; mentre nel film Valpreda (salvo che io capisca male) non va a mettere la bomba, Pinelli è affatto ignaro e innocente, Calabresi è senza dubbio fuori dalla sua stanza. Ho citato solo tre punti essenziali, sui quali la divergenza è clamorosa

(continua a leggere sul sito del Foglio)

Giorgio Boatti sulla “Fictory”, la memoria di Scalfari e le tesi del libro di Cucchiarelli