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  • Venerdì 23 marzo 2012

Le donazioni di organi in Cina

Il governo ha promesso che entro cinque anni stabilirà un sistema di trapianti nazionale, ma finora gran parte degli organi proviene dai condannati a morte

La Cina ha annunciato che interromperà entro i prossimi cinque anni la pratica di prelevare organi per i trapianti ai condannati a morte uccisi, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa statale Xinhua. Huang Jiefu, il viceministro per la salute cinese, ha detto che sono stati lanciati programmi sperimentali in 16 delle 31 province cinesi per la donazione volontaria degli organi, e che un sistema nazionale entrerà in vigore in tutto il paese tra un minimo di tre e un massimo di cinque anni. Secondo il ministro della salute, attualmente 1,5 milioni di cinesi hanno bisogno di trapianti, ma solo un numero molto ridotto, circa 10mila, viene effettuato ogni anno.

Due terzi degli organi proviengono dai condannati a morte, che secondo le organizzazioni per i diritti umani ricevono pressioni per “offrirsi volontari” per la donazione. Il viceministro della salute ha aggiunto anche che il sistema deve essere cambiato perché i condannati tendono a essere più esposti alle infezioni e il periodo di sopravvivenza di chi si sottopone un trapianto è quindi molto più basso in Cina rispetto ad altri paesi del mondo. È molto difficile che un sistema di trapianti nazionale entri in vigore entro la scadenza annunciata dalle autorità, dato che, secondo i dati ufficiali, fino al 15 marzo sono state condotte poco più che 200 donazioni volontarie nelle aree dove è partita la sperimentazione: sono scarsissime, anche a causa di grandi resistenze culturali tra i cinesi. La scarsità delle donazioni ha fatto nascere nel paese un ampio traffico illegale di organi, che le autorità cercano di contrastare da alcuni anni.

La Cina è di gran lunga il paese del mondo dove si esegue il maggior numero di condanne a morte. Il governo non fornisce cifre ufficiali, ma si stima che il numero totale di esecuzioni ogni anno sia nell’ordine di alcune migliaia, la stragrande maggioranza di quelle che vengono eseguite in tutto il mondo (il secondo paese in questa classifica è l’Iran, con circa 300 esecuzioni ogni anno).

foto: FREDERIC J. BROWN/AFP/Getty Images