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  • Venerdì 9 marzo 2012

Cosa è successo in Nigeria

Il punto della situazione sulla morte di Franco Lamolinara, sulle richieste di chiarezza da parte dell'Italia e sulla versione data dal Regno Unito

A boy walks by a bullet hole in a window in the compound where two hostages were held in Sokoto, Nigeria on Friday, March 9, 2012. A British and an Italian hostage were killed Thursday in Sokoto during a failed rescue mission by British special forces and the Nigerian military. A group that claimed ties to al-Qaida claimed the kidnapping, which happened in May 2011. (AP Photos/Jon Gambrell)
A boy walks by a bullet hole in a window in the compound where two hostages were held in Sokoto, Nigeria on Friday, March 9, 2012. A British and an Italian hostage were killed Thursday in Sokoto during a failed rescue mission by British special forces and the Nigerian military. A group that claimed ties to al-Qaida claimed the kidnapping, which happened in May 2011. (AP Photos/Jon Gambrell)

Le circostanze del blitz che ha portato ieri alla morte di un ostaggio italiano rapito in Nigeria stanno causando qualche attrito a livello diplomatico tra l’Italia e il Regno Unito. Ieri Franco Lamolinara e il suo collega britannico Cristopher McManus, che erano stati sequestrati il 12 maggio 2011, sono stati uccisi in un tentativo di liberazione da parte delle forze speciali nigeriane e inglesi.

L’Italia
Oggi, il ministro degli Esteri Giulio Terzi di San’Agata ha detto di aver chiesto al suo omologo britannico “informazioni dettagliate” su quanto avvenuto ieri in Nigeria e nel più breve tempo possibile. In una dichiarazione congiunta il ministro degli Esteri britannico William Hague e Giulio Terzi hanno «concordato di condividere tutte le informazioni per facilitare la ricostruzione e la comprensione» di quanto successo nel blitz in Nigeria.

William Hague ha ribadito che «c’è stata una limitata opportunità di garantire la liberazione dei due ostaggi, le cui vite erano in pericolo imminente e crescente. In queste circostanze è stato possibile informare l’Italia solo una volta che l’operazione era già in corso». E molto presto (anche se non è stata ancora fissata una data) Giulio Terzi di San’Agata riferirà in Parlamento su quanto accaduto.

Anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, uscendo nel pomeriggio da Montecitorio, ha detto ai giornalisti che «il comportamento del governo inglese è inspiegabile per non aver consultato e informato l’Italia» e che «è necessario un chiarimento sul piano politico e diplomatico».

Già ieri il presidente del Consiglio Mario Monti aveva chiesto al Presidente della Nigeria Goodluck Jonathan una ricostruzione dettagliata dell’operazione. Sulla pagina che registra i comunicati del governo italiano, è comparso il messaggio (molto breve) che parla della loro telefonata.

Nel frattempo, la procura di Roma ha incaricato i carabinieri del Ros (Raggruppamento operativo speciale) di recuperare e rimpatriare la salma di Franco Lamolinara: l’autopsia verrà effettuata in Italia.

Il Regno Unito
Un portavoce del primo ministro David Cameron ha dichiarato che il governo britannico non ha ricevuto alcuna protesta formale da parte del governo italiano e ha detto anche di non essere a conoscenza di alcuna richiesta di fermare l’attacco, né di alcun rimprovero ufficiale da parte di Monti, durante la telefonata tra Cameron e il primo ministro italiano di ieri.

Il Daily Telegraph ha ricostruito le fasi dell’operazione: l’attacco è avvenuto nella città di Sokoto, nell’estremo nordovest della Nigeria. L’autorizzazione di liberare i due ostaggi (perché, ha detto Cameron, si trovavano “in imminente e crescente pericolo”) è stata data ieri mattina intorno alle nove ora italiana, dopo una riunione a Londra del cosiddetto “Comitato COBRA” (Cabinet Office Briefing Rooms, COBR) che si occupa della sicurezza nazionale e di cui fa parte anche il primo ministro.

Circa due ore dopo è iniziato l’attacco in Nigeria, portato avanti da alcuni commando dello Special Boat Service (SBS), le forze speciali della marina britannica, e da membri dell’esercito nigeriano. Il Telegraph scrive che i commando britannici si trovavano nel paese da almeno due settimane, ma che la casa dove venivano custoditi gli ostaggi era stata scoperta solo di recente. Gli uomini dello SBS avrebbero ucciso almeno due rapitori, ma non sarebbero riusciti a impedire l’uccisione degli ostaggi. L’attacco ha causato un lungo scontro a fuoco che è durato per tutto il pomeriggio. Il governo nigeriano ha annunciato che i due sospetti assassini di Lamolinara e McManus sono stati arrestati ieri sera.

L’Independent ha aggiunto qualche dettaglio sui rapitori che si sarebbero autodefiniti più volte “al-Qaida nella terra al di là del Sahel” e avrebbero presentato richieste “confuse” per il rilascio. L’organizzazione farebbe parte del gruppo di estremisti islamici Boko Haram, che negli ultimi mesi si è reso responsabile di molti atti di violenza nel nord del paese. Secondo il quotidiano, alcune telefonate dei rapitori intercettate dai britannici avrebbero indicato che gli ostaggi stavano per essere venduti o ceduti ad un’altra organizzazione, forzando così i tempi per l’attacco.

Sempre l’Independent aggiunge, citando una fonte anonima nei servizi britannici, che l’Italia sapeva che un blitz poteva essere portato avanti da un momento all’altro e con scarso preavviso, quindi queste proteste sarebbero “ipocrite”.

Roberto Maroni e Giulio Terzi di San’Agata
Oggi, l’ex ministro dell’Interno Roberto Maroni, rivolgendosi al ministro degli Esteri ha detto: «Dopo la figuraccia sui Marò, il governo (per nulla) autorevole dei professori si fa prendere per il culo dagli inglesi nella tragica vicenda dell’italiano ucciso in Nigeria. Il ministro si deve dimettere». E Giulio Terzi di Sant’Agata ha replicato: «Lascio agli altri fare speculazioni e giochi politici che non mi competono. Maroni farebbe meglio a occuparsi delle vicende interne alla Lega e spiegare cosa sta succedendo a Milano, invece di distogliere l’attenzione parlando di cose che non conosce».

(Nella foto: un foro di proiettile in una finestra dell’edificio di Sokoto, in Nigeria,
dove si trovavano Franco Lamolinara e Cristopher McManus, AP Photos/Jon Gambrell)