La BCE ha prestato 529 miliardi alle banche

E lo ha fatto a tassi bassissimi e tra qualche critica, nella speranza che servano a rilanciare il credito a imprese e famiglie

AP/Michael Probst
AP/Michael Probst

Oggi la Banca Centrale Europea ha organizzato una grande asta con le banche europee per fornire loro liquidità e tentare così di scongiurare il cosiddetto credit crunch, la stretta del credito. La BCE ha emesso prestiti a circa 800 banche europee per una somma totale pari a 529,53 miliardi di euro. Di questi, alle banche italiane sarebbero stati concessi tra 60 e i 70 miliardi di euro.

L’operazione di oggi in gergo economico si chiama LTRO (ossia Long Term Refinancing Operation). Un prestito del genere era stato concesso già lo scorso dicembre, quando la BCE aveva assegnato 489 miliardi di euro a 523 banche. Nella circostanza le banche italiane avevano ricevuto circa 116 miliardi di euro, la cifra più alta insieme a quella della Spagna. I prestiti hanno condizioni molto vantaggiose: vanno restituiti in tre anni e a tassi molto bassi, l’1 per cento, allo scopo di creare le condizioni favorevoli per due obiettivi: l’acquisto, da parte delle banche, di titoli di Stato (e abbassare così lo spread, ossia il differenziale dei loro rendimenti) e, come si spera per l’LTRO di oggi, l’incentivo a dare prestiti a imprese e famiglie.

Quest’ultimo punto è un fattore fondamentale per la ripresa della crescita dell’economia europea. Il primo LTRO non aveva stimolato i prestiti ai privati. Tuttavia, tramite l’acquisto di titoli di Stato a tassi più elevati (e quindi con un guadagno maggiore per gli istituti di credito, soprattutto in Italia e Spagna), le banche hanno comunque contribuito a far scendere lo spread dei titoli nazionali dando così molta più fiducia ai mercati mondiali. Questi finanziamenti servono alla BCE anche per aggirare il divieto di finanziare direttamente i singoli stati e garantire per i loro debiti. La BCE affida questo onere alla banche, attivando così quel controverso “triangolo” finanziario che ha descritto molto bene George Soros in un recente articolo.

Questa mossa della BCE, la seconda in pochi mesi, è stata criticata da diversi osservatori. In Germania viene da più parti considerata come un finanziamento rischioso e soprattutto “diseducativo”, mentre l’agenzia di rating americana Fitch ha fatto sapere che il secondo LTRO avrà un effetto stabilizzante sui mercati finanziari europei ma allo stesso tempo potrà solo ritardare il collasso di diverse banche europee già in difficoltà. Oggi l’ex ministro delle Finanze e dell’Economia italiano, Giulio Tremonti, ha definito il secondo LTRO “una follia”, perché “con quell’1 per cento per tre anni le banche possono fare quello che vogliono”.

Ieri intanto, subito dopo l’ultimo declassamento di S&P a “default selettivo”, la Banca Centrale Europea (BCE) ha deciso di non accettare più, per il momento, i titoli di Stato della Grecia come “collaterali”. Significa che le banche europee, nell’immediato futuro, non potranno più offrire alla BCE bond greci come garanzia per avere liquidità. Tuttavia il loro uso verrà ripristinato, ha spiegato oggi la BCE, dopo il varo definitivo del secondo pacchetto di salvataggio per la Grecia, dove sono previste specifiche garanzie pubbliche sui “collaterali” per circa 35 miliardi di euro.

foto: AP/Michael Probst