Apple spiegata da Tim Cook

Il CEO ha spiegato in una rara uscita pubblica perché la sua società è "unica", come la sta gestendo e che futuro l'aspetta

Ieri l’amministratore delegato di Apple, Tim Cook, ha partecipato alla Goldman Sachs Technology and Internet Conference, un incontro organizzato dalla famosa banca di investimenti a San Francisco per parlare di Rete, nuove tecnologie e delle opportunità che possono offrire sul piano finanziario. Se si escludono le presentazioni dei nuovi prodotti, fino a ora Cook non aveva partecipato a molti eventi pubblici e la scelta di parlare davanti a una platea di investitori dimostra una impostazione diversa rispetto a chi lo aveva preceduto alla guida della società. Steve Jobs non aveva molto in simpatia gli investitori e il mondo della finanza, evitava il più possibile di entrare in contatto con loro pur essendo consapevole che il successo di Apple dipendesse in parte anche dalle loro decisioni.

Prima di assumere l’incarico di amministratore delegato, Cook si era già occupato delle relazioni con gli investitori per conto della società e questo spiega la decisione di mantenere maggiori contatti. Nel corso della conferenza di ieri, il CEO ha mostrato qualcosa di più della propria personalità e delle proprie idee, fornendo alcune considerazioni che dallo scorso agosto non aveva ancora potuto condividere. Cook ha risposto a numerose domande sulle condizioni dei lavoratori nella catena di produzione di Apple. Il tema è diventato di stretta attualità in seguito a una recente inchiesta del New York Times, che ha dimostrato come in molti stabilimenti in Cina gli operai siano spesso costretti a turni di lavoro massacranti e usuranti.

Il CEO della società ha ribadito che Apple non può tollerare il mancato rispetto dei diritti dei lavoratori da parte dei propri fornitori. Ha definito “ripugnante” lo sfruttamento del lavoro minorile, ma ha anche ricordato che dai controlli effettuati dalla società sono emersi pochi casi di questo tipo e che la “prima priorità” per Apple è porre fine quanto prima al fenomeno. Cook ha anche detto che per dare una risposta ancora più tempestiva, Apple inizierà a pubblicare ogni mese sul proprio sito web un rapporto sulle condizioni dei lavoratori negli stabilimenti dei propri fornitori. Fino a ora la società pubblicava un solo rapporto annuale in cui venivano elencate le violazioni ai propri standard sui diritti dei lavoratori.

«Sappiamo che le persone si aspettano molto da Apple. Abbiamo grandi aspettative anche per conto nostro» ha spiegato agli investitori Cook. Per rendere ancora più efficace il proprio sforzo per tutelare i lavoratori in Cina, che di fatto assemblano i dispositivi su cui la società ha costruito il proprio successo come gli iPhone e gli iPad, Apple ha avviato un altro programma di monitoraggio in collaborazione con la Fair Labor Association (FLA), l’associazione non profit promossa da Bill Clinton nel 1999 per migliorare i controlli nelle fabbriche e assicurare un corretto rispetto delle norme e della sicurezza dei lavoratori.

Sul fronte delle vendite dei prodotti Apple, Cook ha spiegato che quelle dell’iPad sono in sensibile crescita grazie al grande gradimento da parte degli utenti per i tablet. Secondo il CEO della società, entro pochi anni il mercato dei dispositivi come l’iPad potrebbe superare quello dei personal computer tradizionali, almeno per quanto riguarda l’acquisto da parte dei singoli consumatori. Per dare un’idea sul progressivo successo dei tablet, Cook ha detto che se si organizzasse un incontro per i migliori programmi per computer difficilmente si presenterebbe qualcuno, mentre per un meeting con chi progetta e crea le applicazioni per iOS (il sistema operativo di iPhone e iPad) non basterebbe probabilmente la sala da ballo di un hotel.

Nel corso del suo intervento, Cook si è comunque tenuto sul generico senza rivelare alcuna informazione sui prossimi piani della società. Da alcuni giorni circolano molte voci sulla possibilità che Apple presenti il nuovo iPad 3 entro la prima metà del prossimo marzo, ma non c’è ancora nulla di ufficiale. Il nuovo tablet dovrebbe comunque avere uno schermo molto più definito, un processore più potente e forse una antenna per le reti cellulari di ultima generazione ad alta velocità.

Benché si trovasse davanti a molti investitori, Cook non ha detto nulla nemmeno su che cosa voglia fare Apple con i circa 100 miliardi di dollari che possiede in cassa. La possibilità di acquisizioni di altre grandi società appare remota, anche perché è avvenuto di rado che l’azienda facesse qualcosa di simile nella propria storia. Dei tanti soldi fermi in cassa Cook ne ha comunque parlato con il consiglio di amministrazione e in futuro potrebbero essere avviate alcune attività finanziarie, come il riacquisto di pacchetti azionari, o la distribuzione di dividendi tanto richiesta dagli azionisti. C’è comunque da ricordare che ogni anno la società spende enormi risorse per la ricerca e lo sviluppo di nuovi prodotti, cosa che aveva spinto Steve Jobs a essere sempre molto cauto sull’utilizzo del denaro in cassa per altre attività.

Cook ha anche affrontato il tema di Apple TV, il piccolo decoder distribuito dalla società che permette di accedere ai contenuti di iTunes dal televisore di casa propria. Il sistema, da sempre definito un hobby e non una attività fondamentale dell’azienda, ha avuto pochissima presa se confrontato con il successo degli iPhone, degli iPad e degli altri dispositivi di Apple. Il CEO ha spiegato che ci sono ancora enormi margini nel settore e che le cose potrebbero cambiare in futuro. Le parole di Cook sembrano confermare l’impegno della società per “cambiare la televisione”, come voleva Jobs, grazie a un televisore di nuova concezione ideato per semplificare l’accesso e la fruizione dei contenuti. Il prodotto è in fase avanzata di progettazione, pare, e potrebbe essere messo in commercio a partire dal prossimo anno.

Infine, Cook ha confermato di voler mantenere una certa continuità con il modo in cui Steve Jobs gestiva la società. L’ex CEO, morto lo scorso ottobre, dedicava grande attenzione in primo luogo allo sviluppo dei nuovi prodotti esigendo il massimo dai propri collaboratori. Provava personalmente i nuovi dispositivi, suggeriva cambiamenti e non si faceva particolari problemi nel far cestinare tutto per ricominciare la progettazione da capo se qualcosa non raggiungeva le sue aspettative. «Apple è questo, un’azienda unica, con una cultura unica che non può essere copiata. Non intendo permettere o assistere a una sua lenta caduta» ha concluso Cook.