I declassamenti di Moody’s

Dopo S&P e Fitch, anche Moody's ha tagliato il rating dell'Italia - insieme a Spagna, Portogallo, Malta, Slovacchia e Slovenia

(AP Photo/Thierry Charlier)
(AP Photo/Thierry Charlier)

Dopo Standard & Poor’s e Fitch anche Moody’s ha declassato l’Italia, il cui giudizio sul debito sovrano è passato da “A2” ad “A3”, rimanendo comunque nella fascia di rating “medio-alto” e a basso rischio (ossia quella da A1 ad A3). L’outlook, ossia le prospettive future legate al risanamento del debito, è negativo.

A influire sulla decisione di Moody’s sono state, in un contesto più ampio, “le prospettive macroeconomiche europee sempre più deboli che minacciano l’applicazione delle misure di austerity approvate nei singoli stati e le riforme strutturali necessarie per promuovere la competitività”. Alla base della decisione ci sono però anche i dubbi sulle riforme economiche e fiscali dell’eurozona. Gli sforzi del governo Monti sono stati apprezzati da Moody’s ma “le misure introdotte richiederanno tempo per dare risultati ora difficili da prevedere”. L’Italia, continua Moody’s, “potrebbe non raggiungere gli obiettivi sul consolidamento e sulla riduzione del debito pubblico”.

L’Italia non è stato il solo paese a essere declassato da Moody’s. Il Portogallo è stato retrocesso da Ba2 a Ba3 (siamo nella fascia di livello medio, rischio moderato), Malta da A2 ad A3, la Slovacchia da A1 a A2 e Slovenia da A1 ad A2. La Spagna, nonostante il nuovo governo Rajoy in poche settimane abbia già varato diverse riforme (tra cui quella del lavoro), è stata declassata addirittura di due notch, cioè due gradini, da A1 ad A3. Anche per questi paesi l’outlook è stato giudicato negativo e lo stesso è stato fatto anche per i paesi per adesso col rating più alto, Francia, Regno Unito e Austria, che però potrebbero essere declassati nel giro di un anno. La Germania, invece, mantiene il rating più alto e il suo outlook “stabile”.

foto: AP/Thierry Charlier