L’Iran ha bloccato Internet

Si avvicina l'anniversario della Rivoluzione e il traffico web va a rilento; l'accesso ai servizi di Google, Yahoo e Microsoft è stato bloccato, così come a Facebook e Youtube

Iranians work in an internet cafe in central Tehran, Iran, Tuesday, Jan. 18, 2011. Iran's top police chief envisions a new beat for his forces: patrolling cyberspace. "There is no time to wait," Gen. Ismail Ahmadi Moghaddam said last week at the opening of a new police headquarters in the Shiite seminary city of Qom. "We will have cyber police all over Iran." The first web watchdog squads are planned in Tehran this month_ another step in Iran's rapidly expanding focus on the digital world as cyber warfare and online sleuthing take greater prominence with the Pentagon's new Cyber Command and the secrets spilled to WikiLeaks. (AP Photo/Vahid Salemi)
Iranians work in an internet cafe in central Tehran, Iran, Tuesday, Jan. 18, 2011. Iran's top police chief envisions a new beat for his forces: patrolling cyberspace. "There is no time to wait," Gen. Ismail Ahmadi Moghaddam said last week at the opening of a new police headquarters in the Shiite seminary city of Qom. "We will have cyber police all over Iran." The first web watchdog squads are planned in Tehran this month_ another step in Iran's rapidly expanding focus on the digital world as cyber warfare and online sleuthing take greater prominence with the Pentagon's new Cyber Command and the secrets spilled to WikiLeaks. (AP Photo/Vahid Salemi)

Google, Gmail, Google Video e Youtube da qualche giorno sono inaccessibili in Iran. La notizia circolava già informalmente da qualche giorno ed è stata confermata oggi ufficialmente da Google, che ha precisato che il blocco è iniziato il 10 febbraio. Da allora più di 30 milioni di iraniani non sono più in grado di accedere ai loro indirizzi email e sembra che anche il servizio di Yahoo e quello di Hotmail, di proprietà di Microsoft, siano stati bloccati. L’ente governativo iraniano responsabile per le telecomunicazioni ha detto all’agenzia di stampa nazionale di non essere a conoscenza di alcun problema e che questi eventualmente non ricadrebbero sotto la sua responsabilità. Il suo capo, Saeed Mahdioun, ha aggiunto che lui non usa servizi email di proprietà di società straniere.

La mossa si deve probabilmente all’avvicinarsi dell’inizio delle celebrazioni dell’anniversario della Rivoluzione islamica del 1979. Le celebrazioni durano un mese e le autorità vogliono stroncare qualsiasi tentativo di protesta e impedire ai movimenti della cosiddetta “onda verde” di organizzare manifestazioni e contestazioni pubbliche. Fino a questo momento gli attivisti iraniani avevano usato alcuni software per usare Internet anonimamente e aggirare i blocchi, come TOR, ma stavolta nemmeno queste soluzioni sembrano funzionare. Da giorni si moltiplicano anche le segnalazioni di rallentamenti e blocchi di tutto il traffico web.

Thomas Erdbrink, corrispondente in Iran del Washington Post, segnala che anche il sito della sua testata e Facebook sono stati bloccati. Chi cerca di raggiungere questi siti viene raggiunto da un messaggio di errore che spiega: “In nome delle leggi sui reati informatici l’accesso a questo sito è negato”. In molti temono che questi fatti indichino l’avvio del temuto progetto governativo sulla “Internet nazionale”, volto a permettere l’accesso solo a siti Internet i cui server sono collocati in Iran, quindi alla portata delle censure e degli interventi del governo.

foto: AP Photo/Vahid Salemi