• Mondo
  • Lunedì 13 febbraio 2012

Vogliono uccidere il Papa?

Sì, dall'inizio della storia della cristianità: a parte questo, vediamo com'è la storia dello "scoop" del Fatto e dei documenti usciti dal Vaticano

Aggiornamento delle 21,42: a smentire quanto avevamo scritto in conclusione di questo articolo, Radio Vaticana ha diffuso una dichiarazione di padre Lombardi piuttosto estesa sulla questione.

Oggi dobbiamo tenere tutti i nervi saldi perché nessuno si può stupire di nulla. L’amministrazione americana ha avuto wikileaks, il Vaticano ha ora i suoi leaks, le sue fughe di documenti che tendono a creare confusione e sconcerto e a facilitare una messa in cattiva luce del Vaticano, del governo della Chiesa e più ampiamente della Chiesa stessa.
Quindi, calma e sangue freddo, e molto uso della ragione, cosa che non tutti i media tendono a fare. Si tratta di documenti di natura e peso diversi, nati in tempi e situazioni diverse: altro sono le discussioni sulla migliore gestione economica di una istituzione con molte attività materiali come il Governatorato; altro sono appunti su questioni giuridiche e normative in corso di discussione e su cui è normale che esistano opinioni diverse; altro sono memoriali farneticanti che nessuna persona con la testa sul collo ha considerato seri, come quello recente sul complotto contro la vita del Papa. Ma tant’è; mettere tutto insieme giova a creare confusione. Una informazione seria dovrebbe saper distinguere le questioni e capirne il significato differente. E’ ovvio che le attività economiche del Governatorato devono essere gestite saggiamente e con rigore; è chiaro che lo IOR e le attività finanziarie devono inserirsi correttamente nelle norme internazionali contro il riciclaggio. Queste sono evidentemente le indicazioni del Papa. Mentre è evidente che la storia del complotto contro il Papa, come ho detto da subito, è una farneticazione, una follia, e non merita di essere presa sul serio.

(leggi l’intera nota)

*****

Dopo un’anticipazione di grande enfasi durante la trasmissione Servizio Pubblico di giovedì sera, venerdì 10 febbraio il Fatto Quotidiano ha dato la notizia di un presunto complotto contro Benedetto XVI, che porterà alla scelta di un nuovo papa entro la fine di quest’anno. L’informazione era contenuta in un appunto inviato alla Segreteria di Stato vaticana e al segretario di Joseph Ratzinger, la cui esistenza è stata confermata dal Vaticano, che lo ha definito farneticante suggerendo di non prenderlo in considerazione. La vicenda è stata quindi ripresa da numerosi giornali e benché la notizia in oggetto sia stata ritenuta da quasi tutti sostanzialmente implausibile, ha sollevato comunque la questione dell’esistenza di forti contrasti e lotte tra chi amministra il potere in Vaticano. Dispute e rivalità che si consumano all’interno della Santa Sede, che difficilmente trapelano all’esterno e che da sempre possono essere solo raccontate con oscuri retroscena e articoli di commento da parte di chi segue le vicende interne e intorno al Vaticano.

Il documento
Da quel che spiega il Fatto Quotidiano, l’appunto sul complotto contro Benedetto XVI fu scritto il 30 dicembre 2011 dal cardinale colombiano Darío Castrillón Hoyos, sulla base di alcune informazioni ricevute su un recente viaggio dell’arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo, in Cina. Il documento fu successivamente consegnato alla Segreteria di Stato vaticana e al segretario del Papa, condizione che avrebbe consentito a Joseph Ratzinger di leggere direttamente la comunicazione. L’appunto è diviso in tre parti:

1. Nella prima vengono fornite sommarie informazioni sul viaggio in Cina di Romeo, specificando che nel corso della trasferta l’arcivescovo avrebbe millantato competenze e detto di essere uno degli alti prelati più ascoltati da Benedetto XVI.

2. Nella seconda parte si parla del Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, e dei suoi rapporti con il Papa, definiti “molto conflittuali”. Nel testo si legge che Ratzinger non sopporterebbe Bertone a tal punto da aver desiderato in più di una circostanza di sostituirlo, ma di non averlo mai fatto a causa della mancanza di un candidato sufficientemente idoneo per prendere il suo incarico.

3. La terza parte dell’appunto contiene le ipotesi sulla successione a Benedetto XVI. Viene riferito che il Papa avrebbe scelto come potenziale proprio successore l’arcivescovo Angelo Scola, di recente spostato da Venezia a Milano per avviare la sua preparazione al papato. Infine Romeo, si dice nel documento, avrebbe rivelato ai propri interlocutori in Cina l’esistenza di un complotto contro Ratzinger:

Sicuro di sé, come se lo sapesse con precisione, il cardinale Romeo ha annunciato che il Santo Padre avrebbe solo altri 12 mesi da vivere. Durante i suoi colloqui in Cina ha profetizzato la morte di papa Benedetto XVI entro i prossimi 12 mesi. Le dichiarazioni del cardinale sono state esposte, da persona probabilmente informata di un serio complotto delittuoso, con tale sicurezza e fermezza, che i suoi interlocutori in Cina hanno pensato con spavento che sia in programma un attentato contro il Santo Padre.

Farneticazioni
Prima di pubblicare l’articolo la settimana scorsa, il Fatto ha contattato la Sala Stampa vaticana, chiedendo al suo direttore, padre Federico Lombardi, se avesse qualcosa da dire in merito alla vicenda dell’appunto. Padre Lombardi non si è naturalmente opposto alla pubblicazione della notizia, premurandosi comunque di definirla inverosimile: «Pubblicate quello che credete, ma vi prendete una responsabilità. Mi sembra una cosa talmente fuori dalla realtà e poco seria che non voglio nemmeno prenderla in considerazione». Successivamente l’esistenza del documento è stata confermata dalla Sala Stampa vaticana, che ha comunque ribadito la totale infondatezza del preteso complotto. Per sottolineare l’inconsistenza della vicenda, il Vaticano non ha nemmeno pubblicato un comunicato stampa ufficiale in merito.

«Stile cattivo nella Curia»
Dal presunto complotto contro il Papa è nata però l’occasione per fare il punto sui rapporti all’interno del Vaticano dopo quasi sette anni di pontificato di Joseph Ratzinger. Il Corriere della Sera di oggi pubblica una lunga intervista [pdf] con il cardinale Walter Kasper, uno dei più importanti teologi viventi. Kasper, inoltre, conosce Ratzinger da più di quarant’anni e i due si sono spesso confrontati sulle rispettive posizioni teologiche. Il cardinale ipotizza che la storia del complotto sia stata fatta circolare per colpire, almeno indirettamente, il Segretario di Stato Tarcisio Bertone, e magari qualche altro alto prelato a lui vicino.

Il Papa non è mai entrato in questo sottobosco. Fin da quand’era cardinale e prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, Joseph Ratzinger ha sempre pensato a fare il suo lavoro, a prestare il suo servizio alla Chiesa. Mai si è inserito in queste liti interne. Questione di dignità.

Secondo Kasper si è arrivati a questo punto in Vaticano, con contrasti interni che sempre ci sono stati, ma che ora emergono più facilmente e diventano evidenti anche all’esterno, a causa di una mancanza di “senso della Chiesa” e di lealtà nei confronti della stessa. C’è uno “stile cattivo” che deve essere superato: chi ha qualcosa da dire contro Bertone o altri esponenti della burocrazia Vaticana deve farlo apertamente parlandone con gli interessati e non con “cose anonime che non hanno credibilità e si squalificano da sé”.

I problemi della Chiesa
L’intervista con Kasper è accompagnata da un articolo di commento di Vittorio Messori, giornalista e scrittore e attento osservatore di cosa accade in Vaticano anche grazie alle proprie numerose conoscenze in ambito ecclesiastico. Messori ricorda che rivalità e gelosie nella Chiesa esistono da secoli e per farlo cita la famosa frase di Caterina da Siena, compatrona d’Italia: «La corte del Padre Santo Nostro sembrami talora un nido d’angeli, tal altra un covo di vipere». Con molte cautele, Messori spiega che tra le altre cose, la Chiesa è anche una istituzione umana, “un involucro storico per contenere un Mistero metastorico”. Il messaggio sul presunto complotto e il modo in cui è stata gestita la sua esistenza, prosegue il commento, dimostra come sussistano due grandi problemi nella Chiesa dei giorni nostri: uno di ordine organizzativo e uno più complesso di tipo morale.

Poche forze
Messori osserva che da anni la macchina dell’amministrazione si inceppa di continuo con equivoci, distrazioni e gaffe diplomatiche. Secondo lui i frequenti errori di grammatica nei documenti ufficiali scritti in lingua latina sono forse l’emblema del progressivo decadimento organizzativo in Vaticano. Alla base del problema c’è la mancanza di forze fresche e di qualità: i giovani promettenti dei pochi seminari in giro per il mondo e delle congregazioni sono sempre meno e vengono trattenuti nei loro paesi dai vescovi, che non si possono permettere di perdere validi funzionari. A Roma negli anni ne sono arrivati sempre meno mentre la macchina amministrativa e burocratica vaticana continuava e espandersi, spesso con barocchismi. Gli apparati sono poco organizzati, hanno poche risorse su cui contare e in queste circostanze diventano più probabili errori e mancanze. L’unica soluzione, conclude Messori, è un ridimensionamento della struttura della Chiesa che meglio si adatti alle esigenze di oggi e alle disponibilità di forze del Vaticano.

Fede
Quanto accaduto negli ultimi giorni è un altro segnale di un cedimento morale all’interno della Chiesa, spiega Messori: «Il ritorno, quasi come ai tempi rinascimentali, di palazzi vaticani ridotti a nodi di intrighi e di lotte per carriere, poteri, denaro, interessi ideologici e politici. Ebbene, qui, non c’è riforma che tenga, qui non c’è rimedio solo umano». La risposta alla soluzione di questo problema da parte del Papa è chiara da tempo: il ritorno alla fede più profonda e alla preghiera. Ratzinger una volta confidò a Messori: «Al punto in cui siamo, lo confesso: la fede, quella piena, quella che non esita, mi sembra essersi fatta così rara che, incontrandola mi stupisce di più che l’incredulità».

Sviluppi
L’ipotesi del complotto omicida, su cui si era dapprima concentrata l’attenzione del Fatto, per il momento si è sgonfiata (a molti spettatori era sembrata sbilenca già la sera della sua presentazione a Servizio Pubblico, la trasmissione di Michele Santoro). Quello che il documento suggerisce delle trame di potere in Vaticano da una parte ha dato spunti per alcune riflessioni e indagini come quelle di oggi sul Corriere della Sera, dall’altra non ha stupito i vaticanisti, che infatti ci si sono dedicati molto poco e sbrigativamente, e molti quotidiani hanno già smesso di occuparsene. Il Vaticano stesso, secondo una linea millenaria, pare volere affrontare la storia contando che si esaurisca, e non è intervenuto in nessun modo.