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  • Giovedì 26 gennaio 2012

A Papua Nuova Guinea i militari si ribellano

Il paese da settimane ha due governi, rivali tra loro: ora un gruppo di militari si è ammutinato e chiede di reinsediare l'ex primo ministro (ma è più complicata di così)

Un piccolo gruppo di soldati nell’isola di Papua Nuova Guinea si è ammutinato, chiedendo che venga nuovamente insediato l’ex primo ministro Michael Somare alla guida del paese. I militari hanno dato una settimana di tempo ai parlamentari per risolvere la profonda crisi istituzionale e politica che interessa il paese. Stando alle prime informazioni che provengono dalla capitale Port Moresby, la situazione è per il momento tranquilla, anche se ci sono forti tensioni e diversi posti di blocco in prossimità delle principali caserme dell’esercito.

Papua Nuova Guinea è un paese di 6,5 milioni di abitanti a nord dell’Australia e a est dell’Indonesia e ha una lunga storia di violenze e forti contrasti politici. Lo scorso aprile l’allora primo ministro, il 75enne Michael Somare, fu sottoposto a un delicato intervento chirurgico che lo costrinse a un lungo ricovero in ospedale. Per colmare il vuoto di potere, nell’estate il Parlamento decise di assegnare l’incarico a un nuovo primo ministro, il leader dell’opposizione Peter O’Niell. Nel mese di settembre, Somare tornò alla vita politica dopo essersi ristabilito e reclamò nuovamente il proprio posto da primo ministro, mentre il nuovo governo era impegnato a far approvare una legge speciale che rendesse legale in forma retroattiva la sua sostituzione.

La legge fu infine approvata lo scorso dicembre, e intanto la Corte costituzionale prese le parti di Somare, stabilendo che la sua sostituzione non fosse avvenuta secondo i dettami della Costituzione. O’Neill reagì rifiutandosi di lasciare l’incarico, aprendo una tesissima crisi politica e istituzionale, che di fatto ha portato il paese ad avere due governi in contemporanea: uno costituzionalmente legittimo, ma molto contestato a livello popolare perché accusato di corruzione, e uno apprezzato dalla popolazione ma di fatto illegittimo.

Nelle prime ore di oggi, giovedì 26 gennaio, una ventina di soldati ha fatto irruzione nella principale caserma di Port Moresby, dove è stato sequestrato il comandante in capo, sostituito da uno dei soldati ammutinati, Yaura Sasa. Il nuovo comandante dei ribelli ha chiesto che Somare venga rinominato ministro, rifacendosi alla decisione della Corte costituzionale dello scorso anno: “Il mio compito è quello di riportare il rispetto per la Costituzione e per il sistema giudiziario. Ora chiedo al capo dello stato (Michael Ogio) di rimettere immediatamente al posto di primo ministro Michael Somare”.

L’azione dei soldati ribelli è stata duramente criticata dai membri dell’attuale governo, a partire dal viceministro Belden Namah, che ha accusato Somare di essere dietro all’azione militare non autorizzata. Namah ha anche riferito che almeno 15 soldati fedeli a Sasa sarebbero già stati arrestati e ha invitato gli altri militari ad arrendersi, ricordando che l’alto tradimento nel paese è punito con la pena di morte. Reuters ha provato a mettersi in contatto con il governatore generale della Papua Nuova Guinea, un residuo istituzionale del colonialismo britannico, che svolge le funzioni di capo dello stato, ma il suo ufficio ha fatto sapere di non essere nemmeno al corrente della ribellione in corso nell’esercito.

foto: Auri EVA/AFP/Getty Images