Al Giglio, tutto fa da metafora

Il racconto dall'isola e dagli isolani, di Adriano Sofri

The Costa Concordia cruiseship lies on January 16, 2012 outdoor of the harbor of the Tuscan island of Giglio after it ran aground and keeled over off the Isola del Giglio after hitting underwater rocks on January 13. The owner of the luxury liner that ran aground off the coast of Italy, killing at least six people, said its captain had made "errors of judgment" as the search continued for the missing. "It seems that the commander made errors of judgement that had serious consequences," said a statement from the liner's owner Costa Crociere, referring to Captain Francesco Schettino. "The route followed by the ship was not the right one," Verusio said, accusing Schettino of having "approached Giglio island in a very clumsy manner." AFP PHOTO / FILIPPO MONTEFORTE (Photo credit should read FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)
The Costa Concordia cruiseship lies on January 16, 2012 outdoor of the harbor of the Tuscan island of Giglio after it ran aground and keeled over off the Isola del Giglio after hitting underwater rocks on January 13. The owner of the luxury liner that ran aground off the coast of Italy, killing at least six people, said its captain had made "errors of judgment" as the search continued for the missing. "It seems that the commander made errors of judgement that had serious consequences," said a statement from the liner's owner Costa Crociere, referring to Captain Francesco Schettino. "The route followed by the ship was not the right one," Verusio said, accusing Schettino of having "approached Giglio island in a very clumsy manner." AFP PHOTO / FILIPPO MONTEFORTE (Photo credit should read FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)

Adriano Sofri – che da sabato è un uomo libero – è andato domenica all’isola del Giglio e ha raccontato quello che ha visto e pensato su Repubblica.

Leonardo tiene le mani sprofondate nelle tasche e parla col mento dentro il colletto, come un lupo di mare. Ha un suo battellino a remi, ha dieci anni, fa la quarta. “La mamma mi dice: ‘Oh, apri la finestra’. C’era il saluto della nave”. Al Giglio – spiega la mamma – il suono della sirena si dice “tufare”: la tufa era la conchiglia in cui soffiare. “Ho salutato. Loro erano in pericolo, noi non ce eravamo accorti, aspettavamo i tre fischi. Poi abbiamo capito e l’allegria è finita. Hanno buttato l’ancora, i megafoni dicevano Calma, i passeggeri urlavano. Il babbo è uscito con la barca ad aiutare. Il babbo è pescatore, meccanico e ormeggiatore. Quando hanno cominciato ad arrivare le scialuppe ero già sulla punta del molo. Arrivavano zuppi. La mamma mi ha detto: adesso tu vai a letto. Ma adesso io non avevo sonno. Portavamo le persone alla chiesa, abbiamo distribuito l’acqua, il tè e le coperte. Piangevano, volevano andare a casa, non si capivano. I bambini piccoli li mandavamo all’hotel Bahamas o all’asilo”.

Hai immaginato che toccasse a te? Di trovarti nei panni zuppi? “Sicuro, perché l’anno scorso c’ero io sulla stessa nave. Siamo partiti da Civitavecchia e poi abbiamo fatto Barcellona, le Canarie, Madeira, Malaga e ritorno”. E quando siete passati dal Giglio avete tufato? “No, quella volta eravamo passati più lontano”. Quanti siete voi bambini e ragazzi d’inverno, al Giglio? “Una trentina in tutto alle elementari, una ventinaalla media”. E il tuo migliore amico chi è? “Giuseppe, ha due anni di più. Lui però non abita sul porto, perciò dormiva”. Quanto ci metteranno a raddrizzare la nave? Hai visto le persone che cercano di risospingere in mare le grandi balene spiaggiate? “Con le balene avrei un po’ paura. Secondo me ci metteranno un annetto”.

E tutto questo subbuglio, le telecamere e i giornalisti e l’avventura, a parte il dispiacere per le persone che sono morte e sono state male, ti piace? “No, mi piace solo di avere aiutato. Ora non possiamo fare le gare di bicicletta”. D’inverno preferiresti stare qui o in città? “Qui si possono fare più cose, e io pesco dei pesci, in città c’è il parco giochi”. “Allora perché – protesta la mamma – mi hai risposto ‘Ci vai tu, io resto col mio babbo’?”. Hai letto un libro quest’anno? “Tom Sawyer a scuola e La scuola degli Acchiappadraghi a casa”. Che cosa c’era nella tasca di Tom Sawyer? “Una pallina, un topo morto legato col filo, un pezzo di gomma, una scatola di petardi e una piccola pulce”.

(continua a leggere su Repubblica.it)