Almeno dieci morti in Kazakistan
Nel giorno del ventesimo anniversario dell'indipendenza dall'Unione Sovietica i lavoratori del petrolio in sciopero da sei mesi si sono scontrati con la polizia
Sono morte almeno dieci persone a Zhanaozen, nell’ovest del Kazakistan, durante gli scontri tra la polizia e i lavoratori del petrolio in sciopero. L’ha riferito il procuratore generale Askhat Daulbayev dicendo che il numero delle vittime è provvisorio, che tra i feriti ci sarebbero anche dei poliziotti. Alcuni edifici sarebbero in fiamme tra cui un albergo, il municipio della città e il palazzo della società Ozenmunaigas legata alla compagnia energetica statale KazMunaiGas.
I lavoratori della KazMunaiGas e della Ersai Caspian Contractor di cui è co-proprietaria l’ENI, scioperano da sei mesi per l’innalzamento dei salari e contro le pessime condizioni lavorative. Gli scontri sono iniziati stamattina, giorno di apertura della campagna per le elezioni legislative del 15 gennaio e giorno del ventesimo anniversario dell’indipendenza del Kazakistan dall’Unione Sovietica. Il presidente Nursultan Nazarbayev stava inaugurando nella capitale Astana un arco alto venti metri simile all’Arco di trionfo di Parigi.
La polizia era intervenuta per disperdere la folla degli scioperanti che occupava la piazza di Zhanaozen, una delle capitali mondiali del petrolio, ma da subito sono iniziati scontri violenti. La dinamica non è ancora chiara, ma alcuni testimoni hanno riferito alla BBC che la polizia avrebbe sparato sulla folla disarmata. Le autorità hanno immediatamente negato dicendo che i poliziotti hanno semplicemente tentato di difendersi dalle violenze.