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  • Venerdì 18 novembre 2011

Intanto, in piazza Tahrir

Mentre noi pensavamo ad altro in Egitto c'è stata la più grande manifestazione dalla fine delle rivolte, indetta dai Fratelli Musulmani contro la giunta militare

Protesters gather in Tahrir Square, the focal point of the uprising that ousted President Hosni Mubarak, in Cairo, Egypt, Friday, Nov. 18, 2011. Thousands of Egyptians are rallying in Cairo’s Tahrir square, with Islamists in the forefront, in a protest against what they say are attempts by the country’s military rulers to reinforce their powers. (AP Photo/Khalil Hamra)

Protesters gather in Tahrir Square, the focal point of the uprising that ousted President Hosni Mubarak, in Cairo, Egypt, Friday, Nov. 18, 2011. Thousands of Egyptians are rallying in Cairo’s Tahrir square, with Islamists in the forefront, in a protest against what they say are attempts by the country’s military rulers to reinforce their powers. (AP Photo/Khalil Hamra)

Migliaia di persone sono tornate oggi in piazza Tahrir al Cairo, in Egitto, in quella che sembra essere la più grande manifestazione di protesta dalla rivolta dello scorso gennaio. I manifestanti hanno chiesto maggiore chiarezza sulla transizione del potere dalla giunta militare a un nuovo governo civile, soprattutto in vista delle prossime elezioni politiche. La manifestazione di oggi è stata indetta dai Fratelli Musulmani in seguito alla diffusione di un documento del Consiglio Militare Supremo in cui si dice che la giunta è «il guardiano delle legittimità costituzionale». All’appello si sono subito uniti tutti gli schieramenti politici egiziani, uniti nel sostenere che il documento serve solo a rinforzare la nuova dittatura dei militari. I Fratelli Musulmani hanno già annunciato che se il documento non sarà stracciato le proteste si intensificheranno.

Per la prima volta dalla fine del regime di Mubarak, piazza Tahrir è tornata a essere riempita da migliaia di persone appartenenti a tutti gli schieramenti politici della società egiziana, accomunati dall’obiettivo di togliere il potere ai militari. Il documento contestato dai manifestanti include alcune clausole che assegnano al Consiglio Supremo Militare il diritto di veto su tutte le questioni legate all’esercizio del potere militare.

I Fratelli Musulmani, attraverso il loro partito Libertà e Giustizia, contestano che questa clausola limiterebbe di fatto il nuovo parlamento che sarà eletto nella stesura della nuova costituzione. La giunta militare continua a ripetere che cederà il potere a un governo civile appena sarà eletto un nuovo presidente, ma la data di questa elezione non è ancora stata stabilita. Le elezioni legislative inizieranno il prossimo 28 novembre e termineranno soltanto a marzo. È probabile quindi che l’Egitto non avrà un nuovo presidente eletto prima di aprile 2012.