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  • Martedì 8 novembre 2011

Oggi si vota in Liberia

La presidente uscente Sirleaf sfida l'ex ministro Tubman: ieri una persona è morta negli scontri tra i sostenitori dell'opposizione e la polizia

Liberian police advance past a burning street barricade as they follow retreating opposition party supporters, near opposition party headquarters in Monrovia, Liberia, Monday, Nov. 7, 2011. Violence broke out at the headquarters of the country’s opposition party and at least one person was killed Monday, less than 24 hours before Liberia’s presidential runoff that is being viewed as a test of the country’s peace after a devastating civil war.(AP Photo/Rebecca Blackwell)

Liberian police advance past a burning street barricade as they follow retreating opposition party supporters, near opposition party headquarters in Monrovia, Liberia, Monday, Nov. 7, 2011. Violence broke out at the headquarters of the country’s opposition party and at least one person was killed Monday, less than 24 hours before Liberia’s presidential runoff that is being viewed as a test of the country’s peace after a devastating civil war.(AP Photo/Rebecca Blackwell)

Oggi, martedì 8 novembre, si vota per il ballottaggio delle elezioni presidenziali in Liberia. L’attuale presidente Ellen Johnson Sirleaf, che al primo turno aveva ottenuto il 44 per cento dei voti, affronta l’ex ministro della Giustizia Winston Tubman, che aveva raggiunto il 33 per cento delle preferenze.

Sirleaf è data per favorita ma la situazione è molto tesa: subito dopo il primo turno, otto delle quindici liste elettorali avevano deciso di ritirarsi dalla competizione lamentando brogli. Tra questi c’era anche il Congress for Democratic Change di Tubman, che poi ha fatto marcia indietro. Gli osservatori elettorali hanno dichiarato che le elezioni si erano svolte in maniera corretta e senza pressioni. Lunedì i sostenitori di Tubman hanno organizzato a Monrovia una manifestazione per protestare contro i presunti brogli, ci sono stati degli scontri con i poliziotti e le forze di sicurezza dell’ONU e almeno una persona è morta. Un poliziotto è stato arrestato dai peacekeeper dell’ONU per aver sparato con veri proiettili durante gli scontri.

Le organizzazioni internazionali per i diritti umani hanno invitato i candidati a placare i loro sostenitori ma Tubman ha approfittato degli scontri per criticare la sua avversaria: «È la prova che il popolo liberiano si vuole sbarazzare di questo leader. Lei potrebbe usare la violenza contro delle persone pacifiche». Il governo ha dichiarato la manifestazione una provocazione illegale e ha invitato le persone ad andare a votare senza farsi intimidire. È intervenuto anche il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, che ha invitato i poliziotti liberiani alla moderazione e a permettere le proteste pacifiche, e ha aggiunto che «la comunità internazionale riterrà responsabile quelli che cercheranno di fermare il processo democratico».

Queste sono le seconde elezioni libere della Liberia dopo la caduta della dittatura di Charles Taylor e la guerra civile, che è finita nel 2003 e ha causato la morte di 250 mila persone. Tubman ha 70 anni, ha studiato a Harvard ed è stato consigliere dell’ex Segretario generale dell’ONU Kofi Annan. Ha scelto come vicepresidente l’ex calciatore del Milan e del Paris Saint German George Weah. Sirleaf ha 73 anni, ha studiato Economia ad Harvard e nel 2005 è stata eletta presidente della Liberia, diventando la prima donna a ricoprire questo ruolo in uno Stato africano. È molto stimata a livello internazionale per aver ridotto il debito del Paese e mantenuto la pace, anche se non è riuscita a garantire uno sviluppo rapido e uniforme. Quest’anno ha vinto il Premio Nobel per la pace per il suo impegno per i diritti delle donne.