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  • Domenica 6 novembre 2011

In Liguria e Piemonte piove ancora

Lo stato di allerta è stato prorogato fino alle 18 e centinaia di persone sono state evacuate, mentre a Genova si contano i danni

Due giorni dopo le alluvioni che hanno ucciso sei persone, la situazione a Genova e in Liguria è ancora piuttosto instabile. Il centro della città è ancora pieno di fango, che molte persone stanno tentando di rimuovere. L’acqua che esce dai rubinetti è ancora imbevibile, molti palazzi sono ancora senza energia elettrica. Ieri sono state arrestate nove persone sorprese a rubare tra i molti negozi danneggiati o semidistrutti dal fango. E soprattutto piove, continua a piovere.

Ieri ha piovuto quasi per tutta la giornata su Genova e la Liguria, anche sulle zone colpite due settimane fa dalle alluvioni che avevano ucciso 10 persone. Lo stato di allerta è stato prorogato fino alle 18. Anche in Piemonte, infatti, la situazione è ancora molto delicata. Ad Alessandria il livello di allerta dichiarato dalla Protezione Civile è quello massimo. I fiumi Tanaro e Bormida si sono molto ingrossati. A Torino lunedì le scuole non apriranno. Centinaia di persone sono state sgomberate ed evacuate. Questa mattina una frana ha fatto crollare parte della strada fra Ponte di Savignone e San Bartolomeo, racconta il Secolo XIX. Le previsioni del tempo prevedono pioggia su Genova per tutto il giorno, abbondante in mattinata e poi più debole. A Torino e in Piemonte le precipitazioni si manterranno molto intense fino a sera. Il livello del Po è già salito molto, nella zona di Piacenza ha superato i cinque metri.

Secondo le associazioni dei commercianti, soltanto a Genova l’alluvione ha fatto danni per oltre 100 milioni di euro. Le botteghe da ricostruire sono 1000, le auto distrutte oltre 3000. Il procuratore capo di Genova, Vincenzo Scolastico, ha aperto ieri un’inchiesta contro ignoti per disastro e omicidio colposo plurimo. Oggi, intervistato da Repubblica, ha dato qualche indicazione sulle indagini.

«Siamo all’inizio e l’accertamento delle eventuali responsabilità sarà impegnativo. Però si parte da alcuni punti già definiti. Il torrente Fereggiano che ha ucciso le sei persone è uscito dall’argine perché non è riuscito a sfogarsi nel Bisagno, il fiume di cui è affluente. Il Bisagno era già pieno e ha fatto da muro facendo rimbalzare il torrente minore».

foto: Simone Arveda/AFP/Getty Images