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  • Sabato 5 novembre 2011

Il G20 è stato un fallimento

I quotidiani internazionali sono concordi nell'analisi del vertice di Cannes: pochi impegni concreti per la crisi europea, e pochissimi per la crescita globale

L’incontro del G20 a Cannes si è concluso ieri: per l’Italia, la notizia è che una delegazione del Fondo Monetario Internazionale arriverà presto nel paese per monitorare la situazione finanziaria e verificare che il governo rispetti gli impegni. Per il resto, dicono tutti i principali quotidiani internazionali, il vertice è stato quasi completamente inutile.

L’agenda prevista è stata stravolta e monopolizzata dalla crisi greca, dopo l’annuncio del primo ministro greco Papandreou che avrebbe sottoposto a referendum i termini dell’accordo tra il paese e l’Unione Europea. Ma anche nelle misure da prendere per risolvere la crisi del debito europeo, il problema più generale dietro le difficoltà greche, i paesi del G20 sono stati molto vaghi e poco rassicuranti.

Questa incertezza è dovuta anche alle posizioni delle maggiori economie emergenti, che hanno rifiutato di prendere impegni espliciti e decisi per sostenere le difficoltà europee: l’Europa, hanno detto, se la deve cavare da sola. Le parole usate da Dilma Rousseff, presidente del Brasile, sono state piuttosto esplicite, e secondo Le Monde esprimono bene l’atteggiamento del gruppo BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica). Rousseff ha detto che il Brasile “non ha la minima intenzione” di finanziare il fondo di stabilità europeo istituito da pochi mesi (EFSF): “Perché lo dovremmo fare noi, se lo fanno gli europei?”

Un editoriale del Guardian sintetizza bene il parere della stampa estera sui problemi europei e sull’incapacità di affrontarli:

Il punto fondamentale sul G20 di Cannes, come sull’incontro dell’eurozona di Bruxelles della scorsa settimana, è che le nazioni del mondo avevano l’occasione di prendere il controllo più saldamente della crisi del debito sovrano europeo, e l’hanno lasciata scappare. […] Il problema maggiore è stato che il piano di salvataggio in tre parti dell’Europa era realtà virtuale, non impegni concreti. […] Conteneva impegni insufficienti e poco quantificabili sulla Grecia, sull’Italia, sulla ricapitalizzazione delle banche e sul fondo di stabilità europeo.

In teoria, si sarebbe dovuto parlare anche di questioni più generali, che riguardassero un piano globale di crescita. Ma anche in questo campo, pochi passi avanti e almeno un’ammissione di fallimento: come dice il Financial Times, i leader del G20 hanno ammesso che il piano di negoziati di Doha per i mercati internazionali, lanciato nel dicembre 2001, verrà messo da parte. Hanno rimandato a una riunione dei ministri delle finanze del G20, che si terrà il mese prossimo a Ginevra, “nuovi, credibili approcci a ulteriori negoziati”. Oltre a questo, il G20 ha prodotto un piano d’azione per la crescita e per l’occupazione “che non obbliga i paesi a nulla che non stessero già facendo”, e “lascia il sistema monetario internazionale quasi senza cambiamenti”.

Anche il Wall Street Journal analizza l’incontro di Cannes e trova che i risultati siano stati pochi, persino nel campo della risoluzione dell’urgente crisi del debito europeo. Interventi da parte del Fondo Monetario Internazionale non sono stati esclusi, ma non è stato fatto concretamente nulla per farli partire: i capi di stato “hanno deciso solo di continuare a parlarne”. Un passo decisivo, dice il Wall Street Journal, è stato il permesso accordato dall’Italia al monitoraggio delle sue politiche fiscali: bisogna anche notare che quello del WSJ è uno dei rari cenni al provvedimento che riguarda l’Italia nelle analisi del vertice di Cannes.

L’unico ambito in cui è stato annunciato qualche risultato, secondo il Financial Times, è quello dei tassi di cambio tra le diverse monete, con un riferimento esplicito alla Cina e l’impegno a rendere il mercato delle valute più flessibile. Ma da parte sua la Cina ha fatto capire chiaramente di non sentirsi costretta a fare nessun cambiamento nella propria politica monetaria, che attualmente tiene artificialmente basso lo yuan per continuare a sostenere le esportazioni. Hu Jintao, il presidente cinese, non ha neppure menzionato l’argomento nel suo discorso al G20.

La Francia era il paese ospitante, ma Nicolas Sarkozy, scrive Le Monde, esce dall’incontro con pochi motivi per essere soddisfatto. Anche se nella conferenza stampa finale ha provato a convincere che il bilancio dell’incontro di Cannes è stato addirittura superiore alle attese, quello che resterà è l’impressione di “un’umiliazione e una grande solitudine”. L’umiliazione è quella della Grecia e del suo primo ministro Papandreou, che appena prima dell’inizio del vertice è stato convocato da Merkel e Sarkozy per rendere conto della sua decisione di indire un referendum sul piano di salvataggio concordato con l’UE il 26 ottobre. La solitudine è quella dei paesi dell’Unione Europea, che non sono riusciti a strappare impegni ai paesi del resto del mondo che partecipavano al G20.

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