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  • Venerdì 4 novembre 2011

Che cosa succede stasera in Grecia

Cinque cose da sapere sulla fiducia al primo ministro Papandreou, che si voterà stasera ad Atene, e sulla crisi politica greca

Nella tarda serata di oggi il primo ministro greco Georgios Papandreou dovrà affrontare un voto di fiducia al parlamento greco. L’esito del voto è molto incerto, data la confusa situazione politica del paese: ci sono state polemiche e divisioni sia all’interno del partito di maggioranza, sia nell’opposizione. Il voto è stato programmato a mezzanotte, quando le borse europee e americane sono già chiuse, per evitare reazioni immediate dei mercati.

1. Il punto della situazione: che cosa è successo negli ultimi giorni
La crisi politica greca è diventata drammatica negli ultimi giorni, dopo l’annuncio del primo ministro Papandreou di voler sottoporre a un referendum l’accordo con l’Unione Europea per gli aiuti alla Grecia, che condiziona il pagamento di una rata (la sesta) degli aiuti economici all’approvazione di nuove misure di austerità da parte del governo. Dopo l’annuncio dell’accordo, si erano avuti scontri molto violenti nelle piazze greche. La mossa del primo ministro ha portato a un vertice di emergenza con Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, che hanno espresso un parere molto contrario al referendum. Ieri mattina, intorno alle cinque, anche il ministro delle finanze greco Evangelios Venizelos si è detto pubblicamente contrario a un referendum popolare: nel corso della giornata Papandreou ha convocato un consiglio dei ministri straordinario e ha parlato al parlamento. In un intervento successivo, Venizelos ha detto ai parlamentari (e ai rappresentanti delle istituzioni internazionali) che il referendum non si farà, mentre Papandreou non è stato chiaro in proposito.

2. Il parlamento greco
Il parlamento greco ha una camera sola di 300 membri. Alle elezioni legislative del 2009, il PASOK (sigla greca per Movimento Socialista Panellenico) aveva conquistato 160 seggi, che si sono ridotti a 152 a causa di diverse defezioni durante gli scorsi mesi di crisi economica.

fonte: BBC

3. La situazione nella maggioranza
Un ristretto numero di parlamentari del PASOK ha detto fino a ieri che potrebbero negare la fiducia a Papandreou, ma secondo i commentatori molti potrebbero avere cambiato nuovamente idea ora che l’ipotesi del referendum sembra messa da parte.

Papandreou ha detto che elezioni anticipate significherebbero la bancarotta sicura per la Grecia, e ha invitato l’opposizione a negoziati per un governo di coalizione. E qui entra in gioco il principale partito di opposizione, Nea Dimokratia (Nuova Democrazia).

4. L’opposizione
La posizione di Nuova Democrazia sulla crisi politica non è chiara. Il suo leader, Antonis Samaras, ha chiesto ieri elezioni anticipate e in serata ha convinto i suoi parlamentari a uscire dal parlamento durante il discorso di Papandreou.

Il parlamentare di ND Simos Kedikoglou ha detto che il suo partito intende approvare l’accordo con l’Unione Europea di una settimana fa, ma non intende sostenere Papandreou come primo ministro. La posizione di Nuova Democrazia sembra essere quella di richiedere, come prima condizione, le dimissioni di Papandreou, e successivamente un governo tecnico (formato dunque principalmente da personalità non elette) che faccia due cose: accetti l’accordo europeo e indica nuove elezioni nell’arco di poche settimane.

Fonti all’interno del governo hanno detto che Papandreou (che, ricordiamolo, è contrario alle elezioni anticipate) sarebbe disposto a rassegnare le dimissioni, ma solo dopo aver negoziato un nuovo governo con l’opposizione. Il portavoce del gruppo parlamentare del PASOK, Christos Protopapas, ha detto oggi all’emittente pubblica Net che i negoziati con i partiti dell’opposizione inizieranno domani, dopo il voto di fiducia.

5. La situazione economica
La situazione finanziaria del governo greco, intanto, è drammatica: lo stato è molto vicino al fallimento (default), ovvero l’incapacità di pagare i propri creditori. Il ministro delle finanze greco Venizelos ha detto che il nuovo prestito europeo deve arrivare entro il 15 dicembre, dopo di che il governo non avrà più liquidità. L’unico modo di ottenere nuovo denaro, da parte delle autorità greche, sono i buoni del tesoro con scadenza di pochi mesi: l’8 novembre ci sarà un’asta per buoni dello stato con scadenza di 26 settimane, del valore complessivo di un miliardo di euro, con il quale il governo rinegozierà i termini di un precedente prestito di 2 miliardi di euro con scadenza il prossimo 11 novembre.

foto: LOUISA GOULIAMAKI/AFP/Getty Images