Guida completa alla Serie A
Acquisti e cessioni, consigli per il fantacalcio e un voto per ogni squadra
di Matteo Gatto, Saverio Verini e Giovanni Fontana
110, ma senza lode. Il centodecimo campionato di Serie A comincia stasera – Milan-Lazio alle 20:45 – coi postumi di uno sciopero che non era uno sciopero e della partenza di alcuni campioni, in cerca di denaro o fortuna: Eto’o, Pastore e Sanchez. Sullo sfondo, le mai sopite polemiche fra Inter e Juventus sullo “scudetto dei prescritti”. A dispetto di tutto, però, chi segue il calcio – ogni anno, puntuale – aspetta questo nuovo inizio. Con incomprensibile trepidazione. Ecco, perciò, una guida alla Serie A fatta come si deve: per parlare di acquisti e cessioni, consigliarne per il fantacalcio, e dare un voto alla vostra squadra.
ATALANTA – Voto: 2 / 5
Sfogliare un album di figurine e scoprire che una stagione parte con la A di Atalanta riconcilia con l’ordine delle cose. Un po’ come un concerto di Peter Gabriel che si conclude con Biko. Fra le provinciali è la squadra con più campionati di Serie A alle spalle (51), ma quest’anno non sarà facile: appena risalita dalla B, dovrà fare i conti con una penalizzazione di 6 punti per via delle scommesse di Cristiano Doni, storico capitano squalificato e inutilizzabile. E ora, chi scommette sulla salvezza?
Obiettivo – Sfangarla.
Punto di forza – Non fosse per il -6 di partenza, la squadra sarebbe da salvezza tranquilla: la difesa è collaudata, a centrocampo ampia scelta. Insomma, l’ossatura c’è. I sudamericani Ferreira Pinto, Carmona, Schelotto (passaporto italiano, grinta argentina) garantiscono alla linea mediana qualità, quantità e un po’ d’esotismo che non guasta mai. E poi ci sono i nuovi Brighi e Cigarini (di ritorno alla casa madre), che non dispiacerebbero a diverse squadre di metà classifica.
Punto debole – La domanda è: chi segna? Tiribocchi potrebbe risentire di qualche acciacco fisico. Ma il vero dubbio è sul partner: i giovani non sembrano della stessa caratura e, al posto dell’ormai anacronistico Bjelanovic, è arrivato Denis. C’è aria di carestia in zona gol.
Da tenere d’occhio – Il neoacquisto Maximiliano Moralez potrebbe risolvere i problemi, là davanti. In Argentina i gol li faceva, sgusciando fra i difensori. Piccolo come una mezzo litro (è soprannominato “El Frasquito”, la bottiglietta), con il suo 1,59 è il calciatore più basso della Serie A.
BOLOGNA – Voto: 2 / 5
Bologna è una strana signora: galleggia da ormai tre stagioni in Serie A, regalando qualche guizzo, ma sempre col rischio d’affogare. Non si capisce se l’organico si sia rafforzato o indebolito, sta di fatto che la classifica degli ultimi anni impone prudenza. E i gol per la salvezza non arriveranno certo dalla coppia Dalla-Morandi in tribuna.
Obiettivo – Salvezza tranquilla.
Punto di forza – Cima e fondo. In porta Gillet (uno dei migliori della Serie A, nonostante la retrocessione col Bari), in avanti un vecchio e un bambino, Di Vaio e Acquafresca, saranno loro le colonne portanti della stagione.
Punto debole – Se ne sono andati i Dioscuri Moras e Britos, centrali rocciosi: e per una squadra che deve salvarsi non è il massimo rivoltare la difesa come un calzino, col rischio che sia pure bucato.
Da tenere d’occhio – L’attaccante uruguaiano Federico Rodriguez. Di lui si sa solo che, alla prima stagione vera, ha segnato 10 gol in 15 partite in patria, con il Bella Vista. Nell’anno in cui agli uruguaiani riesce tutto bene (leggasi Coppa America), il ventenne di Montevideo potrebbe essere un bel colpo sia per il Bologna che per la vostra fantasquadra.
CAGLIARI – Voto: 2 / 5
In Sardegna vanno sul sicuro: l’undici titolare è rimasto sostanzialmente invariato e non è male per una squadra reduce da una salvezza tranquilla. L’unico a cambiare è stato l’allenatore: a quindici giorni dal campionato, Donadoni è stato sostituito con Ficcadenti, dopo la rottura con Cellino. Già, il presidente: lui sì che non cambia mai.
Obiettivo – Salvezza tranquilla.
Punto di forza – La conferma in blocco del gruppo, al quale si aggiungono alcuni profili interessanti: il ventunenne colombiano Ibarbo (già convocato in nazionale) e il brasiliano Thiago Ribeiro (diversi gol in giro per il mondo). A loro il compito di non far rimpiangere Acquafresca.
Punto debole – Si parlava della conferma in blocco del gruppo come punto di forza. Ma si tratta di un blocco, per l’appunto. E se qualcuno inizia a venir meno – Lazzari, per esempio, è stato ceduto alla Fiorentina – il rischio è che sia tutta la squadra a colare a picco.
Da tenere d’occhio – Nonostante non parta titolare, ha preteso la maglia numero 10, quella che fu di Gianfranco Zola: Moestafa El Kabir ha dimostrato personalità nella scelta. Che venga dal Marocco la nuova “Magic Box”?
CATANIA – Voto: 2.5 / 5
Niente di clamoroso, al Cibali, ma una discreta campagna acquisti che renderà ancora più difficile portare via punti dallo stadio etneo. Alcuni innesti d’esperienza sembrano poter garantire alla squadra una stagione vulcanica, come giusto che sia da queste parti: David Suazo (ultimo appello per una carriera all’insegna del “si può dare di più”), il riscattato (e in cerca di riscatto) Gennaro Delvecchio e il devoto Nicola Legrottaglie che pregherà per la salvezza. In senso calcistico, sia chiaro.
Obiettivo – Niente grattacapi.
Punto di forza – Da centrocampo in su la squadra è davvero tosta: Biagianti, Izco, Ledesma e Llama a macinare, Almiron, Lodi, Gomez e Ricchiuti a raffinare, Maxi Lopez, Suazo e (volendo) Lanzafame a concludere. L’imbarazzo della scelta, anche per mascherare una difesa forse leggerina.
Punto debole – Il Catania “scorbutico” delle ultime stagioni ha quasi sempre avuto allenatori sanguigni, gente di polso (Zenga, Mihajlovic, Simeone); ce lo vedete al loro posto lo scugnizzo volante Montella?
Da tenere d’occhio – Non è che sia una scoperta, ma Francesco Lodi è in procinto di fare il salto di qualità definitivo. Quest’anno, ci scommettiamo, le lodi non si limiteranno al cognome.
CESENA – Voto: 2.5 / 5
Una volta da queste parti gli unici stranieri di passaggio erano i turisti diretti verso la riviera romagnola: in un sol colpo ecco invece Mutu (134 reti in A), Eder (benino, nonostante la retrocessione col Brescia) e Martinez (non vedrà l’ora di rifarsi dopo la terribile stagione alla Juventus). Jimenez e Giaccherini sono stati sostituiti degnamente, ma soprattutto sono rimasti Colucci e Parolo, due dei centrocampisti italiani di maggior rendimento.
Obiettivo – Salvezza tranquilla.
Punto di forza – Il progetto dell’allenatore. Giampaolo è uno dei tecnici più scrupolosi e a Cesena può trovare un gruppo sufficientemente umile da aderire al suo credo tattico. Noi diciamo che non soltanto mangerà il panettone a Natale, ma anche la piadina quest’estate per festeggiare.
Punto debole – Attenzione, là dietro. Manca un centrale d’esperienza, mancano i ricambi. E Sant’Antonioli, portiere ormai 42enne, non farà sempre il miracolo.
Da tenere d’occhio – Ce ne vorrebbero venti, di occhi, per star dietro ai giocatori da seguire. Su tutti, però, appuntatevi Antonio Candreva: se dalla comparsa pensierosa dei tempi della Juve si conferma il regista pensante versione Parma, tornerà uomo-mercato.
CHIEVO – Voto: 2 / 5
Per il mercato, solita legione di debuttanti e semi-sconosciuti, ma ormai a Verona funziona così. In realtà in campo scenderà quasi sempre una formazione tipo che sarà per tutti dura da battere. All’inizio peserà qualche cessione, ma per Di Carlo non è una novità. In attacco Pellissier e Paloschi potrebbero formare una bella coppia.
Obiettivo – Salvezza tranquilla.
Punto di forza – Il centrocampo: quando ci giochi contro, quelli del Chievo sembrano essere sempre incredibilmente in superiorità numerica, tanta è la grinta. Ottimo l’inserimento del mastino Hetemaj.
Punto debole – Il Chievo è equilibrato come una bilancia da farmacista. Nonostante ciò, qualche problema potrebbe venire dalla panchina: lunghissima ad agosto, potrebbe rivelarsi improvvisamente corta a gennaio.
Da tenere d’occhio – Michael Bradley. Il terzo statunitense ad arrivare in Serie A (dopo il mitico Lalas e Onyewu) potrebbe essere il primo che sa anche giocare a calcio. Centrocampista di lotta e di governo col vizietto del gol: potenzialmente un colpaccio.
FIORENTINA – Voto: 3 / 5
Dopo quattro qualificazioni alla Champions League ottenute sul campo, da un paio d’anni si parla di fondare un nuovo ciclo. L’hanno fatto per metà. Hanno smontato quello precedente, regalando giocatori a chi passava a domandare: Mutu, Santana, Donadel, Frey, Comotto e D’Agostino (incassati centomila euro in tutto). La ricostruzione, invece, non è pervenuta (i pur bravi Kharja e Cassani non sono abbastanza).
Obiettivo – L’Europa.
Punto di forza – Non avere nulla da perdere. La salvezza c’è, tutto quel che viene è in più.
Punto debole – Non avere nulla da vincere. Cinque anni fa il presidente promise lo scudetto in cinque anni. Sono passati, e ora – se va bene – si punta all’Europa League. Mai così poco entusiasmo.
Da tenere d’occhio – Dopo un anno in infermeria, è da Jovetic che dipenderanno molte delle sorti della squadra. Quello da tenere d’occhio, però, è Lazzari. In teoria ha tutto: corsa e piedi buoni. Qualche anno fa era una grande promessa, lì a un passo dai migliori. Poi un periodo anonimo. Senza le stesse aspettative deve rilanciarsi. La perfetta metafora della Fiorentina.
GENOA – Voto: 3.5 / 5
Meglio la quantità o la qualità? Sono andati via due giocatori forti, Criscito e Rafinha, e ne sono arrivati tanti, tantissimi, che potrebbero diventarlo: Merkel, Pratto, Escobar, Birsa, Jorquera, Seymour, Granqvist, Kourouma (e non sono finiti!). Genova, nella loro testa, è il posto giusto dove conquistare la notorietà, ma ben sicuri mai non siamo che quel posto dove andiamo non c’inghiotte e non torniamo più.
Obiettivo – L’Europa.
Punto di forza – Malesani. È la squadra per lui, sanguigno offensivista e proletario: a Bologna, ha ammesso, soffriva l’essere costretto a difendersi; a Genova potrà attaccare. Ha tanti giovani sconosciuti, e il vantaggio che nessuno di loro deve partire titolare. Alla fine dell’anno lo sarà più d’uno.
Punto debole – L’attacco. La difesa è solida, con gli ottimi acquisti Frey e Bovo. Il centrocampo ha qualità e potenziale raro (Constant–Veloso–Kucka). Davanti c’è l’unico buco: Palacio è rimasto, ma non è arrivato un partner dello stesso livello. Con Gilardino sarebbe stata la vera outsider.
Da tenere d’occhio – Sono sei mesi che si aspetta di vedere Zé Eduardo, ora che potrebbe giocare si è infortunato. E allora Birsa. Centrocampista sloveno, di tutti gli uomini nuovi con il compito di sorprendere è quello più bravo.
INTER – Voto: 4 / 5
Ridimensionamento. Moratti, raggiunta l’estasi del Triplete, pare abbia avuto una svolta mistica: meno investimenti, meno nomi di richiamo, la cessione clamorosa di Eto’o. L’uomo medio Gasperini sembra la persona più adatta a interpretare il nuovo corso, puntando sui giovani. Peccato che il Milan, si è visto in Supercoppa, sia ancora una spanna avanti. Occorre comunque provarci, specie con un Forlan in più: la sua faccia da surfista californiano potrebbe infondere ottimismo a tutto l’ambiente.
Obiettivo – Vincere.
Punto di forza – I giovani. Quelli nuovi (Poli, Castaignos) e quelli del vivaio (Obi, Faraoni). Gettati in mare aperto da Gasperini, dovranno dimostrare di saper nuotare da soli. E ci sarebbe pure quel Coutinho, che deve ancora decidere che pesce essere.
Punto debole – Sembra si stia insinuando un complesso d’inferiorità nei confronti del Milan, alimentato non solo dallo Scudetto perso lo scorso anno, ma dalle 3 sconfitte su 3 negli ultimi derby disputati. E poi, l’addio di Eto’o, il mercato al risparmio, il fascino del club messo in discussione e la gaffe-Champions sull’acquisto di Forlan. Gli avversari si danno di gomito: sarà mica tornata la vecchia Inter?
Da tenere d’occhio – Scontato? Sì, lo è. Ma Diego Milito rimane comunque l’uomo più atteso della stagione. È lui che farà la differenza, occorre solo capire se in positivo (come nell’anno di grazia 2010) o in negativo (come l’anno passato, nel quale ha collezionato il record di fuorigioco in un campionato).
JUVENTUS – Voto: 3.5 / 5
Déjà vu: per il terzo anno consecutivo si parte con una nuova squadra, un nuovo tecnico e un nuovo credo tattico. Però a Torino sanno che stavolta, davvero, non si può sbagliare. La qualità è arrivata, anche se l’intera fascia sinistra è un’incognita, Buffon non sembra più lui e Pirlo pare poco adatto per il gioco di Conte. Insomma, una zebra striata di incertezze. O un gattopardo, se ancora una volta nulla cambierà dopo che tutto è cambiato.
Obiettivo – Non si dice ma si pensa.
Punto di forza – Il nuovo stadio. Primo stadio di proprietà in Italia e record di abbonamenti post-Calciopoli: 24 mila. Giocare lì darà punti in più: Nedved dice 8, Agnelli 10, Del Piero addirittura 12.
Punto debole – La difesa. L’anno passato, in casa, fu la peggiore del campionato. Certo, il tragicomico Motta non sarà più titolare, ma sarebbe servito ben altro. Bonucci, inoltre, dovrà stabilire che fare della sua vita calcistica.
Da tenere d’occhio – Antonio Conte. È un uomo in missione, e la sua somiglianza col Charles Bronson di C’era una volta il West non può distoglierci da questa domanda: è qui perché bravo o perché juventino? Probabilmente per entrambi i motivi.
LAZIO – Voto: 3.5 / 5
Dopo aver quasi acciuffato l’Europa che conta l’anno scorso, ci riproveranno con lo stesso zoccolo duro e la stessa sobrietà friulana seduta in panchina. Ma un altro obiettivo altrettanto importante, anche se ufficioso, è tornare a vincere un derby dopo due anni di sole sconfitte. Si affideranno al “Profeta” Hernanes, nell’attesa di capire se sia arrivato anche un messia.
Obiettivo – Champions League.
Punto di forza – L’attacco. Lo scorso anno il migliore è stato Hernanes: assist e gol, per poi esultare con la sua caratteristica capriola. Nel dubbio, Lotito ha deciso di affiancargli altri due carpiati: il rodmaniano Cissé e la faccia triste di Klose. Un trio mortale: per le difese, e per i salti – mortali anch’essi – con i quali celebrano i gol.
Punto debole – Le fasce. Klose è uno che, per dire, ha segnato cinque gol di testa in un solo mondiale. Ma i cross? Chi li farà i cross? Scaloni?
Da tenere d’occhio – Federico Marchetti. Mobbizzato la stagione scorsa in quel di Cagliari, quest’anno vorrà riprendersi tutto, Nazionale inclusa.
LECCE – Voto: 1 / 5
Negli ultimi vent’anni, per sei volte sono retrocessi e per sei volte sono risaliti: una squadra yo-yo. Non ci son più i Semeraro alla presidenza, e anche l’allenatore Eusebio Di Francesco è un volto nuovo. Il punto di riferimento, e la principale speranza di salvezza, sarà allora il veterano Di Michele: se inserirà la spina con sufficiente frequenza, i salentini potrebbero tenere botta anche quest’anno.
Obiettivo – Sfangarla.
Punto di forza – Il centrocampo. “El Pollo” Olivera e capitan Giacomazzi sono due vecchi bucanieri sudamericani ormai laureati in calcio italiano. Sottocoperta, invece, lavorano Giandonato, Strasser e Bertolacci, giovani e pronti all’arrembaggio.
Punto debole – La difesa. Farà acqua da tutte le parti. D’altronde, se l’uomo di punta è Moris Carrozzieri, qualcosa è andato storto.
Da tenere d’occhio – Luis Muriel. Ventenne colombiano che ha fatto faville al mondiale Under 20. Forse un po’ grezzo ma, se avrà spazio, si farà notare. E forse è solo nostalgia, ma ha un che di Tino Asprilla.
MILAN – Voto: 4.5 / 5
I campioni in carica sono una squadra razionale, che se si concede qualche fronzolo è solo per calcolo, non per bellezza. Si appoggia spesso a Ibrahimovic, ma sa camminare anche senza, e Pato farà di tutto per riportare l’allegria al suo presidente (e potenziale suocero). Cassano, invece, avrà l’ultima occasione per passare alla storia come qualcosa di più che un guascone di talento. Rispetto all’anno scorso hanno però un problema in più: partono favoriti.
Obiettivo – Vincere.
Punto di forza – Ibra. Le sue squadre hanno chiuso in testa gli ultimi otto campionati. C’è da aggiungere altro?
Punto debole – Il centrocampo. Gattuso, Van Bommel, Ambrosini: vecchi cagnacci neanche troppo affamati. La qualità di Aquilani manca di nerbo, quella di Seedorf va per i 36, e l’energia di Nocerino e Boateng non farà reparto da sola.
Da tenere d’occhio – Ignazio Abate. Lo sa bene che i campioni sono altri, ma sa anche che, a forza di stantuffare sulla destra, potrebbe ritrovarsi agli Europei.
NAPOLI – Voto: 4 / 5
C’è da mantenere la calma e andare avanti così: hanno tutti gli occhi addosso e questa stagione richiederà una quantità inedita di energie mentali, ma in fondo si tratta solo di non perdere lo slancio. La poderosa cavalcata dell’anno scorso li ha portati a rincorrere la coppa con le orecchie, per la prima volta senza l’indimenticato Pibe. La santissima trinità Lavezzi–Cavani–Hamsik è rimasta fedele a Partenope, così come il generale Mazzarri. Il San Paolo già freme. Sarà stagione di boati.
Obiettivo – Si pensa ma non si dice.
Punto di forza – Il collettivo. Il Napoli vanta una guida sicura, un sistema di gioco oliato e un gruppo coeso. Tante star ma nessuna prima donna.
Punto debole – La difesa. Presi singolarmente, i centrali difensivi non sono il massimo. Morgan de Sanctis potrebbe avere un bel po’ di lavoro.
Da tenere d’occhio – Goran Pandev. Tra Mondiali e Coppa America, Cavani e Lavezzi non si riposano da due anni, e ci sarà molto spazio per il macedone. Anche se non esattamente un condottiero, è l’unico in rosa con qualche trofeo in carniere: farà comodo.
NOVARA – Voto: 1.5 / 5
L’ultima volta del Novara in Serie A c’era il primo governo Segni, nell’Ungheria giocava Puskás e Tutto il calcio minuto per minuto ancora non esisteva. Sono finalmente riemersi agli ordini di Attilio Tesser, un uomo col nome da stratega, e sono qui per restare. Anche se Bertani, goleador dell’anno scorso, è andato alla Sampdoria. Hanno molti nomi nuovi, e tra i pali un giovane globetrotter: Samir Ujkani, kosovaro, naturalizzato albanese, dal passaporto belga.
Obiettivo – Sfangarla.
Punto di forza – L’inerzia. Non solo due promozioni di fila non arrivano mai per caso, ma raramente sono seguite da una retrocessione immediata.
Punto debole – L’attacco. L’abbondanza non è abbastanza. Granoche, Morimoto e Meggiorini hanno sì familiarità con la massima serie, ma molta meno col gol.
Da tenere d’occhio – Andrea Mazzarani. Qualche golletto importante potrebbe invece segnarlo questo giovane centrocampista dagli ottimi tempi d’inserimento. Core de Roma, ma di proprietà dell’Udinese.
PALERMO – Voto: 2.5 / 5
Sono passate le cavallette: subito fuori dall’Europa League, la squadra è stata smembrata, molte colonne portanti sono state rimosse e il nuovo allenatore Pioli, dopo la falsa partenza, è già stato esonerato. Dalla panchina della primavera è stato promosso l’inesperto Devis Mangia, e già non si contano gli accostamenti di quel cognome a “il panettone?”. Probabilmente sarà una stagione tribolata e provvisoria, certamente non noiosa.
Obiettivo – Niente grattacapi.
Punto di forza – L’attacco. Grondante talento fresco, con Jojo Ilicic e la Joya Hernandez che si metteranno definitivamente alla guida delle operazioni offensive, Zahavi sarà copilota e Miccoli nel bagagliaio. Allacciate le cinture.
Punto debole – Il presidente. Da quando è nel calcio, Maurizio Zamparini ha cacciato 36 allenatori e, negli ultimi dieci anni, il Palermo ne ha cambiati 16. L’uomo è vulcanico e la panchina è zona sismica.
Da tenere d’occhio – Eran Zahavi. L’hanno scovato a Tel Aviv per via d’una splendida rovesciata in Champions League. Per magrezza, movenze e fantasia ricorda Pastore, eppure tenterà di farcelo dimenticare.
PARMA – Voto: 2.5 / 5
La retrocessione del 2008 è solo un brutto ricordo. Questo Parma sembra aver ormai preso la residenza a metà classifica e, dopo il dodicesimo posto della passata stagione, stavolta potrebbe pure ambire a piazzarsi nella parte alta. La squadra è un buon mix di esperienza e gioventù, l’allenatore Colomba una garanzia. Anche se il mancato ritorno di Amauri, alla lunga, potrebbe creare qualche rimpianto.
Obiettivo – Niente grattacapi.
Punto di forza – Le fasce. In fase offensiva, il Parma manderà in crisi fior fior di terzini con la sua masnada di fantasiosi folletti: Valdés, Biabiany, Palladino e Giovinco (quando si allargherà).
Punto debole – L’attacco. Quello odierno è un calcio esigente, soprattutto in area di rigore: Giovinco è molto basso (1.64), Pellè molto alto (1.93), Crespo molto vecchio (36), Floccari troppo morbido. E nessuno di loro farà più di dieci gol.
Da tenere d’occhio – Ne segnaliamo due, due giovani: Matteo Rubin, che ha le qualità per entrare nel sempre più ristretto club dei bravi terzini italiani. E Nwankwo, proveniente dalla bottega dell’Inter, sarà più di un apprendista.
ROMA – Voto: 3.5 / 5
Todo cambia e la Roma è stretta tra un passato che non passa e un futuro che è appena arrivato. Il primo ha il faccione di Totti, il secondo è rappresentato da un presidente americano, un allenatore spagnolo e diversi nuovi giovani e promettenti giocatori. Il risultato è un presente transitorio e indecifrabile, in mano a un nuovo proprietario: Thomas DiBenedetto, un americano a Roma. C’è sì l’ambizione di fare i fuochi d’artificio, ma anche il rischio che salti tutto in aria.
Obiettivo – Champions League.
Punto di forza – La creatività. Dovremo spesso stroppicciarci gli occhi: i nuovi arrivi, Pjanic e Bojan su tutti, saranno messi in condizione di eseguire tutti i loro numeri migliori, e non dimentichiamo che ce sta sempre er Pupone.
Punto debole – La chimica, come si dice. Al duro Luis Enrique – allenatore alla prima esperienza vera – il compito di miscelare i tanti nuovi arrivi con la vecchia guardia. È una bella scommessa, ci sarà bisogno di tempo.
Da tenere d’occhio – José Ángel. Un terzino sinistro completo e moderno: veloce, tecnico, potente e anche elegante. È un asturiano di Gijón, esattamente come il suo nuovo allenatore. Anche questo aiuterà.
SIENA – Voto: 1.5 / 5
Ci avevano messo 98 anni ad arrivare in A, e non l’avevano mollata per ben sette stagioni. La caduta in B dell’anno scorso era stata dura, ma hanno saputo rimbalzare e tornare a galla con facilità. Ora al timone c’è Giuseppe Sannino, un allenatore che vanta quattro promozioni negli ultimi cinque anni. Saprà ancora farsi valere, adesso che una sesta è di fatto impossibile?
Obiettivo – Sfangarla.
Punto di forza – Il centrocampo. Il piede principale dell’industriosa mediana senese sarà il sinistro di Gaetano D’Agostino, che evidentemente aveva il bianconero scritto nelle stelle. Due estati fa fu vicinissimo a quello di Torino, dopo tre stagioni all’Udinese. Oggi lo indossa tra le colline toscane.
Punto debole – L’attacco. 16 gol in Serie A: Totò Di Natale (mica Pelé) li realizzò l’anno scorso nel girone di ritorno; Calaiò li ha messi a segno in carriera. Inutile negarlo: c’è poco da star tranquilli, e molto da sperare nell’exploit di qualche ragazzino.
Da tenere d’occhio – Mattia Destro. Un ragazzino, appunto. Lì davanti avrà spazio, è sicuro. E ha talento, anche questo è indubbio. Per lui è una grossa opportunità, per Siena una piccola speranza.
UDINESE – Voto: 3 / 5
Ormai si va sulla fiducia. Partono Sanchez, Inler, Zapata (praticamente mezza squadra), ma i sostituti all’altezza, è certo, stanno già sbarcando da qualche cargo-battente-bandiera-liberiana. L’Udinese vista nei preliminari contro l’Arsenal avrebbe spinto al tifo spontaneo anche la persona più insensibile al calcio. Handanovic, Armero, Asamoah, Isla e Di Natale sono le certezze, Barreto l’uomo in più.
Obiettivo – L’Europa.
Punto di forza – Passano i giocatori, gli allenatori, i dirigenti, rimane un uomo solo al comando: il presidente Giampaolo Pozzo. “Signore delle plusvalenze”, ogni anno, da almeno 15 anni, riesce nell’impresa di gestire la baracca, guadagnandoci e reinvestendo sui mercati esteri.
Punto debole – La rosa, come al solito, è una babele: una trentina di giocatori, almeno dieci lingue diverse. Ma il veneto Guidolin, tutto sommato, saprà farsi capire.
Da tenere d’occhio – Danilo, insolitamente affidabile difensore brasiliano, si candida a proseguire la scia di degni centrali difensivi lanciati dall’Udinese (Gargo, Kroldrup, Felipe, Zapata). Ha l’età giusta (27), può far bene. Ventunenne, invece, il promettente Fabbrini: appuntatevi anche questo nome.
foto Cagliari: New Press/Getty Images; foto Catania: Gabriele Maltinti/Getty Images; foto Cesena: Sifalcia; foto Genoa: Luca Villani/Lapresse; foto Lazio: Paolo Bruno/Getty Images; foto Milan: Alberto Pizzoli/AFP/Getty Images; foto Palermo: Tullio M. Puglia/Getty Images; foto Roma: AP Photo/Andrew Medichini; foto Siena: FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images; foto Giampaolo Pazzini: OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images