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  • Mercoledì 31 agosto 2011

È saltato l’accordo sugli immigrati tra Australia e Malesia

La corte suprema australiana ha bocciato il governo perché la Malesia non fornisce alcuna protezione per i rifugiati

Protesters march towards a theatre where Immigration Minister Chris Bowen was delivering a speech on the government's refugee program at the University of NSW in Sydney on June 17, 2011. The Australian government faces a High Court challenge to its plan to send boatpeople to Malaysia or elsewhere offshore, with lawyers saying the deal would break up a family. AFP PHOTO / Torsten BLACKWOOD (Photo credit should read TORSTEN BLACKWOOD/AFP/Getty Images)
Protesters march towards a theatre where Immigration Minister Chris Bowen was delivering a speech on the government's refugee program at the University of NSW in Sydney on June 17, 2011. The Australian government faces a High Court challenge to its plan to send boatpeople to Malaysia or elsewhere offshore, with lawyers saying the deal would break up a family. AFP PHOTO / Torsten BLACKWOOD (Photo credit should read TORSTEN BLACKWOOD/AFP/Getty Images)

Il governo australiano di Julia Gillard si trova in difficoltà dopo che un suo discusso piano per scoraggiare l’immigrazione clandestina è stato respinto dalla Corte suprema del paese. Il piano consisteva in un accordo con il governo malese, firmato lo scorso 25 luglio, e prevedeva che l’Australia avrebbe inviato in Malesia 800 immigrati richiedenti asilo da diversi paesi e ne avrebbe accolti in cambio 4000 provenienti dalla Malesia che avevano già ottenuto lo status di rifugiati dalle Nazioni Unite.

Tre settimane fa 41 immigrati destinati a venire trasportati a Kuala Lumpur, la capitale della Malesia, si sono appellati alla Corte suprema australiana sostenendo che il ministero dell’Immigrazione non avesse il diritto di consegnarli a un paese privo di obblighi legislativi nel proteggere i rifugiati. La Corte ha dato ragione agli immigrati definendo la Malesia una destinazione inadeguata perché non fornisce alcuna garanzia nella protezione delle persone richiedenti asilo: non è iscritta alla Convenzione per i rifugiati delle Nazioni Unite e non ha nessuna legge nazionale al riguardo.

L’avvocato degli immigrati Debbie Mortimer ha spiegato alla Corte suprema che in Malesia, dove l’Islam è religione di stato, i suoi clienti rischiavano di venire perseguitati per la loro fede diversa. Ha inoltre messo in discussione il potere del ministro dell’Immigrazione Chris Bowen di rimuovere forzatamente dei minorenni – su cui ha dovere di tutela – in un altro paese. Il legale del ministro Bowen ha sostenuto invece che la Malesia doveva limitarsi a garantire che non avrebbe rimandato i richiedenti asilo nel loro paese e ha anche sostenuto che la Malesia, pur non avendo firmato la Convenzione per i rifugiati, coopera abitualmente con l’Alto commissariato dell’ONU per i rifugiati. Dopo la decisione della Corte, anche se l’Australia decidesse di ritirare l’accordo con la Malesia sarà comunque obbligata ad accogliere i 4000 rifugiati malesi ma non potrà inviare nessun immigrato nel paese asiatico.

Il progetto del governo mirava a mostrare che l’Australia non sarebbe troppo tollerante con l’immigrazione e a disincentivare i trafficanti di immigrati, e ad affrontare il problema dei centri di detenzione temporanea ospitati in alcune isole del Pacifico.

Una manifestazione a Sydney contro l’accordo sull’immigrazione firmato da Australia e Malesia. (TORSTEN BLACKWOOD/AFP/Getty Images)

– I guai dell’Australia con l’immigrazione