• Mondo
  • Martedì 30 agosto 2011

Gli scontri in Sudafrica per Julius Malema

Il giovane e controverso politico sudafricano è oggetto di un'udienza disciplinare, fuori dalla sede del partito c'è parecchia tensione

(STEPHANE DE SAKUTIN/AFP/Getty Images)
(STEPHANE DE SAKUTIN/AFP/Getty Images)

Oggi, martedì mattina, a Johannesburg ci sono stati degli scontri tra la polizia sudafricana e i sostenitori di Julius Malema, il leader della sezione giovanile del Congresso Nazionale Africano (ANC) – il partito al governo in Sudafrica – particolarmente famoso per il suo populismo e per le sue posizioni estreme e razziste. Malema si trovava nel quartiere generale dell’ANC a Johannesburg par partecipare a un’udienza disciplinare del partito a suo carico. I vertici dell’ANC accusano Malema di voler dividere il partito e di aver messo in imbarazzo il governo per aver detto di voler rovesciare il governo democraticamente eletto di Ian Khama nel vicino Bostwana. Durante l’udienza i leader del partito potrebbero anche decidere di espellere Malema.

I sostenitori di Malema hanno cercato di raggiungere il palazzo dell’ANC e quando la polizia ha cercato di fermarli hanno iniziato a lanciare dei sassi contro le forze dell’ordine, che hanno risposto aprendo gli idranti e sparando dei proiettili di gomma. Al momento i sostenitori di Malema si trovano ancora vicino al palazzo, gridando slogan e incendiando cumuli di spazzatura.

Malema era stato molto vicino alle posizioni del presidente sudafricano Jacob Zuma ma dallo scorso anno ha iniziato a criticarlo apertamente, venendo più volte ripreso dal partito, e secondo molti aspira a prendere il suo posto come leader dell’ANC. Negli ultimi tempi Malema sta diventando sempre più popolare grazie a una violenta propaganda populista. Si scaglia contro i bianchi dicendo che hanno rubato tutto alla popolazione nera e che lo devono restituire fino all’ultimo centesimo. Parla di nazionalizzazione forzata di banche e miniere, sul modello di quanto accaduto in Zimbabwe. E cita spesso come modelli Fidel Castro, Muammar Gheddafi e Robert Mugabe. Il leader del partito dell’opposizione Alleanza Democratica, Helen Zille, lo ha definito un “dittatore in standby” e molti altri analisti hanno espresso preoccupazioni rispetto alle possibili conseguenze della sua ascesa politica. È stato criticato anche dal suo partito per aver cantato una canzone razzista dell’epoca dell’apartheid, “Shoot the Boer” (spara al contadino bianco), nonostante il partito gli avesse ordinato di non farlo.

La pericolosa ascesa di Julius Malema