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  • Mercoledì 17 agosto 2011

L’uomo che potrebbe salvarvi la vita

Il Guardian ha intervistato uno specialista in negoziazioni di sequestri e riscatti

Qualche giorno fa il Guardian ha intervistato Ben Lopez, un esperto negoziatore in caso di rapimenti e sequestri. Ben Lopez, che non si chiama davvero Ben Lopez, in 17 anni di lavoro in ogni parte del mondo è sempre riuscito a salvare tutti gli ostaggi dei casi di cui si è occupato.

Lopez lavorava come psicologo in un ospedale psichiatrico negli Stati Uniti. Nel 1994 venne chiamato a collaborare alla risoluzione di un caso di rapimento e da allora questo è il suo lavoro. Fino agli anni Settanta non c’erano molte occasioni per intraprendere una carriera del genere, e nemmeno ora c’è una definizione precisa per il suo mestiere. Nonché una procedura standard.

Non ci sono regole assolute e prestabilite. Solo una serie di operazioni di salvataggio molto flessibili. Ogni situazione è unica. Sapere qual è la mossa giusta da fare è solo una questione di istinto primordiale.

I casi tipici di rapimento sono quattro, spiega Lopez. Quello a sfondo politico e religioso, il ricatto a scopo di estorsione, l’assedio (una rapina finita male, per esempio) e quello domestico. La specialità di Lopez sono i rapimenti politici, che avvengono spesso in Stati dalle istituzioni molto deboli, dove i sequestratori hanno maggiori possibilità di veder esaudite le loro richieste.

Il rapimento con la richiesta di riscatto è il più facile da gestire. Nessuno può fare soldi con un cadavere. Il mio lavoro in quei casi è solo mantenere la calma e negoziare un prezzo per il rilascio. I rapimenti politici sono più complicati perchè gli obiettivi dei rapitori sono meno razionali, hanno più interesse a far parlare della causa in cui credono che nella vita degli ostaggi. In questi casi il risultato è molto meno scontato.

Secondo di dove ci si trova, cambiano le modalità di trattativa. Nell’America del Sud un rapimento può andare avanti per mesi o anche anni, in Afghanistan di solito tutto si risolve nel giro di qualche settimana. Lopez solitamente non tratta di persona con i rapinatori. In alcuni casi sceglie un membro della famiglia degli ostaggi e comunica che cosa scrivere. Le sue prestazioni sono pagate con una tariffa giornaliera, ma giura di non lavorare mai per più di tre settimane di seguito perché il lavoro è molto stressante e le trattative potrebbero risentirne. In quei casi Lopez preferisce affidare temporaneamente il caso a qualcun altro.

L’esperto di sequestri non dice quanto denaro riesce a guadagnare con il proprio lavoro. E ha i suoi buoni motivi: in molti paesi guadagnare dai rapimenti è un reato, così come pagare un riscatto ai sequestratori. Senza contare che a volte sono gli ostaggi stessi a inscenare un finto sequestro per truffare la propria assicurazione. Lopez fornisce però un suggerimento, hai visto mai: nel caso in cui siate coinvolti in un vero rapimento, la cosa migliore da fare è non fare niente.

Non provate a scappare. Il momento più pericoloso sono le prime ore del rapimento, quando i sequestratori sono più nervosi e hanno più paura di essere scoperti. Pensate che se avessero voluto uccidervi l’avrebbero già fatto, e che valete più da vivi che da morti. La cosa migliore è cercare un contatto con il rapitore: se vi vedrà anche come una persona oltre che come una merce di scambio sarà più difficile che vi faccia del male. Chiedetegli quello di cui avete bisogno, come medicine, o giornali, ma senza insistere. E mangiate tutto quel che vi viene portato, perchè non potete sapere quando avrete il prossimo pasto caldo. La cosa più importante è tentare di non negoziare da soli il vostro rilascio. Fareste solo un gran casino. Fidatevi del fatto che fuori ci sia qualcuno come me che lo fa al vostro posto.