Blackshaw ha 20 anni e aveva organizzato su Facebook l’evento “Smash Down in Northwich Town” (“Spacchiamo tutto a Nortwich Town”) per la notte dell’otto agosto. Il luogo di ritrovo era un McDonald’s nella zona, ma nessuno aveva risposto all’appello, polizia a parte che da tempo teneva d’occhio il social network per tracciare le attività dei violenti. Il ragazzo è stato così arrestato.
Sutcliffe-Keenan ha 22 anni e su Facebook aveva preparato il 9 agosto una pagina intitolata “The Warrington Riots” (“Le violenze a Warrington”) che avrebbe turbato molti abitanti della città, intimoriti dalla possibilità che un gruppo di violenti si stesse organizzando per creare danni per le strade cittadine. Il giorno seguente il ragazzo ha pubblicato un messaggio di scuse, dicendo di aver semplicemente scherzato. La sua pagina-appello era stata comunque condivisa con almeno 400 contatti, ma non aveva portato ad alcun episodio di violenza.
Secondo Elgan Edwards, il giudice che si è occupato dei due casi, Blackshaw ha commesso un atto d’odio in un momento in cui l’intera nazione era sconvolta dalle violenze scoppiate in diverse città e molte aree di Londra. Sutcliffe-Keenan è stato invece condannato per aver messo nel panico un’intera comunità, mettendo sotto forte stress la polizia locale. I due ragazzi rischiavano fino a dieci anni di detenzione, ma il fatto che non avessero precedenti ha indotto il giudice a moderare la pena, che rimane comunque molto pesante.
Attivisti e associazioni per la tutela dei diritti civili contestano le modalità adottate da molte Corti nel giudicare le persone accusate di aver partecipato alle violenze dei giorni scorsi. Fino a ora sono state arrestate 1.277 persone e 115 di queste hanno già ricevuto una condanna, con pene spesso sproporzionate dicono gli attivisti. Uno studente, per esempio, è stato condannato a sei mesi di detenzione per aver rubato una bottiglietta d’acqua da un supermercato. Molte sentenze saranno probabilmente riviste in appello, ma considerati i tempi della giustizia al momento della loro revisione le pene di decine di condannati saranno state probabilmente già scontate, ha spiegato Sally Ireland dell’organizzazione per i diritti umani Justice.
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