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  • Lunedì 8 agosto 2011

Cosa succede a Londra

Grande incertezza sugli sviluppi delle violenze delle scorse notti, nuove indagini sulla morte di Mark Duggan, e perché c'entra il Blackberry: un riassunto per chi era via nel weekend

LONDON, ENGLAND - AUGUST 08: A policeman stands outside a looted furniture shop in Enfield on August 8, 2011 in London, England. Pockets of rioting and looting took place across some parts of London in the early hours of Monday morning prompted by earlier rioting in Tottenham in North London. Disturbances broke out late on Saturday night in Tottenham and the surrounding area after the killing of Mark Duggan, 29 and a father-of-four, by armed police in an attempted arrest on August 4. (Photo by Peter Macdiarmid/Getty Images)
LONDON, ENGLAND - AUGUST 08: A policeman stands outside a looted furniture shop in Enfield on August 8, 2011 in London, England. Pockets of rioting and looting took place across some parts of London in the early hours of Monday morning prompted by earlier rioting in Tottenham in North London. Disturbances broke out late on Saturday night in Tottenham and the surrounding area after the killing of Mark Duggan, 29 and a father-of-four, by armed police in an attempted arrest on August 4. (Photo by Peter Macdiarmid/Getty Images)

Quello che sta succedendo a Londra due giorni dopo l’inizio degli scontri e saccheggi del weekend scorso è ciò che in questo caso si può definire correttamente “una situazione di grande incertezza”. Sono in corso difficili tentativi di capire cosa sia successo, cosa succederà e cosa si può fare, e sembrano mancare molti elementi. Vediamo il quadro e i suoi vari punti

Perché è cominciata
Giovedì scorso alcuni agenti hanno fermato un “minicab” – un taxi privato – nel quartiere di Tottenham, all’imbocco del Ferry Lane Bridge, nel corso di un’operazione contro il possesso illegale di armi. Quello che è successo esattamente è al centro di un’inchiesta: secondo la polizia c’è stato uno scontro a fuoco e qualcuno ha sparato contro gli agenti che hanno risposto con due colpi, uccidendo Duggan. A conferma del fatto che erano stati attaccati, gli agenti hanno citato un proiettile entrato nella radio trasmittente di un agente e un’arma raccolta sul posto.
La versione è stata però contestata da alcune testimonianze raccolte dai giornali, per cui Duggan – 29 anni, 4 figli, nero, pregiudicato, abitante nel vicino complesso popolare di Broadwater Farm – sarebbe stato a terra o immobilizzato quando è stato ucciso. I parenti di Duggan hanno sostenuto di escludere che avrebbe mai sparato contro la polizia.
Ma soprattutto, domenica sera il Guardian ha scritto di essere in possesso di informazioni per cui il proiettile nel cruscotto proverrebbe da un’arma della polizia.

Quando è cominciata
Sabato nel tardo pomeriggio una folla si è radunata nel centro di Tottenham, quartiere nel nord di Londra, per protestare contro l’uccisione di Duggan e contestare la versione della polizia. Intorno alle 20,30 locali la protesta si è trasformata in un lancio di bottiglie e oggetti contro gli agenti che la controllavano, e in successive aggressioni contro la polizia e devastazioni sempre più violente che sono durate tutta la notte, risolvendosi poi in una serie di saccheggi dei negozi distrutti.

Come è cominciata
Secondo sommarie ricostruzioni dei giornali, a un certo punto della protesta una ragazza di 16 anni avrebbe scagliato qualcosa contro gli agenti, che avrebbero reagito aggredendola con gli scudi o con i manganelli. Dopo qualche minuto, la notizia avrebbe scatenato da parte dei manifestanti un fitto lancio di bottiglie contro gli agenti, e l’attacco ad alcune auto della polizia date alle fiamme e anche al commissariato del quartiere. La versione è tutta da confermare ma c’è un video su YouTube che mostra un momento confuso di sabato sera con una voce che urla alla polizia “È una ragazza, è una ragazza, è una cazzo di ragazza! Guardate cosa le avete fatto, è una ragazza, stronzi!”

Cosa è successo dopo
Nel corso della notte sono state sfondate decine di vetrine e incendiati auto ed edifici: alcuni sono stati abbondantemente distrutti e carbonizzati, lasciando persone e famiglie senza casa. La polizia ha arrestato quasi cinquanta persone e riportato la calma prima dell’alba: una dozzina di agenti sono rimasti feriti. Per timore che la sera successiva ci fossero imitazioni criminali di quello che era successo, Scotland Yard ha dispiegato molti agenti in tenuta antisommossa in diverse zone della città, anche in relazione ad annunci e minacce circolate in rete. Intorno alle 19 locali si è avuta notizia di saccheggi a Enfield, nella zona più settentrionale della Grande Londra, e a Brixton, a sud del Tamigi. La situazione è stata messa rapidamente sotto controllo dalla polizia con alcuni arresti a Brixton, mentre a Enfield i saccheggi sono stati più prolungati e ci sono state cariche con i cani e i manganelli. Notizie di scassi e saccheggi sono arrivate da alcune altre località dei sobborghi londinesi.

L’organizzazione in rete
Diversamente da quanto di era pensato e detto all’inizio, pare che la rete più usata dalle persone che si sono coordinate per i saccheggi e le aggressioni di domenica sera non sia stata un social network come Facebook o Twitter, ma il servizio di messaggeria dello smartphone Blackberry, Blackberry Messenger. Il Blackberry è il telefono più diffuso tra i teenagers britannici.

La politica
Dal primo ministro Cameron in giù, fino da domenica mattina ci sono state reazioni molto severe ai disordini della notte prima. Cameron è in vacanza in Italia, ed è via da Londra anche il sindaco Boris Johnson, che oggi ha fatto sapere di comprendere le richieste di verità sulla morte di Mark Duggan, ma di trovare inaccettabili le violenze. Oggi sono rientrati il vice primo ministro Nick Clegg e il ministro dell’interno Theresa May, questa in anticipo sul previsto. Il deputato labourista di Tottenham, David Lemmy, è andato domenica in strada a parlare con la gente e ha condannato le violenze della sera prima.

Le accuse alla polizia
Scotland Yard è accerchiata dalla critiche, in un periodo già decisamente difficile in conseguenza dello scandalo sulle intercettazioni dei giornali del gruppo Murdoch e delle indulgenze della polizia. Da una parte ci sono i sospetti che nell’uccisione di Mark Duggan sia stato nascosto qualcosa, e che gli agenti possano avere la coscienza sporca. Dall’altra i tabloid ma anche il Daily Telegraph stanno concentrando i loro titoli sulle accuse alla polizia di aver lasciato fare i teppisti senza intervenire con la giusta severità.
Nelle ultime 36 ore sono stati compiuti 130 arresti in relazione ai saccheggi.

Le indagini sulla morte di Mark Duggan
Un’inchiesta sulla morte di Mark Duggan è stata aperta dalla IPCC, la commissione indipendente che vigila sugli abusi della polizia (è stata protagonista di recente delle indagini sulla morte dell’edicolante Ian Tomlinson durante il G8 di Londra). Rachel Cerfontyne, responsabile dell’inchiesta, ha incontrato la famiglia di Duggan e in una sua dichiarazione è sembrata appoggiare le proteste dei parenti per non essere stati informati tempestivamente di quello che era accaduto a Duggan, malgrado le loro richieste e le loro attese al commissariato.

I precedenti e il futuro
Mentre molte analisi tendono a immaginare che quello che è successo sabato sera a Tottenham non si ripeta, per quanto nuovi pericoli le prossime sere siano previsti, molti da subito hanno cominciato a citare due celebri e inquietanti precedenti tumulti londinesi di oltre vent’anni fa. Il più vicino sono gli scontri del 1985 seguiti alla morte di Cynthia Jarrett, 49 anni, durante l’irruzione della polizia – per arrestare suo figlio – nella sua casa di Tottenham (nello stesso complesso dove avrebbe poi abitato Mark Duggan). A Brixton invece, le proteste contro la polizia in un quartiere multietnico e con problemi sociali hanno creato grosse violenze in almeno tre occasioni negli ultimi trent’anni: la più grave nel 1981, quando le voci false che la polizia avesse lasciato morire un ragazzo colpito da una coltellata scatenarono tre giorni di scontri con centinaia di poliziotti feriti e oltre cento macchine incendiate ed edifici distrutti.
A Brixton oggi la polizia ha invitato i commercianti a tenere chiusi i negozi. Nuovi messaggi circolano oggi su Blackberry Messenger chiamando a violenze per stasera: il Guardian ne ha citati alcuni di quelli di ieri, come questo (con slang e abbreviazioni intraducibili).

Everyone in edmonton enfield woodgreen everywhere in north link up at enfield town station 4 o clock sharp!!!! Start leaving ur yards n linking up with you niggas. Guck da feds, bring your ballys and your bags trollys, cars vans, hammers the lot!!
Keep sending this around to bare man, make sure no snitch boys get dis!!!
What ever ends your from put your ballys on link up and cause havic, just rob everything. Police can’t stop it. Dead the fires though!!
Rebroadcast!!!!!”

Le cause più ampie
Le ragioni dei nuovi tumulti – a cavallo tra proteste sociali e atti criminali – sono ancora le stesse, secondo tutte le analisi, e qualcuna si è aggravata. Povertà, mancanza di lavoro, tensioni razziali, vessazioni della polizia. Ma anche i recenti tagli che hanno colpito i servizi sociali, ridotto i luoghi di aggregazione giovanili, indebolito la polizia e la sua autorità. Il parito labourista ha già lanciato un’offensiva politica su questi temi con una dichiarazione di Yvette Cooper, ministro dell’Interno ombra, che chiede al governo una strategia di riduzione dei tagli.

(Photo by Peter Macdiarmid/Getty Images)

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