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  • Mercoledì 3 agosto 2011

La Cina apre (un po’) alla Rete?

Proseguono le polemiche online sull'incidente ferroviario e il Quotidiano del Popolo si schiera contro le censure di stato

Chinese Premier Wen Jiabao, center, visits at the site of the Saturday July 23, 2011 train crash, in Wenzhou, east China's Zhejiang province, Thursday, July 28, 2011. Wen vowed Thursday to punish anyone involved if there was corruption that caused the high-speed train crash that killed more than 35 people, amid growing public resentment of the handling of the accident. (AP Photo) CHINA OUT
Chinese Premier Wen Jiabao, center, visits at the site of the Saturday July 23, 2011 train crash, in Wenzhou, east China's Zhejiang province, Thursday, July 28, 2011. Wen vowed Thursday to punish anyone involved if there was corruption that caused the high-speed train crash that killed more than 35 people, amid growing public resentment of the handling of the accident. (AP Photo) CHINA OUT

Il Quotidiano del Popolo, il giornale ufficiale del Partito Comunista Cinese, ha invitato le autorità dello stato a essere più trasparenti e dare maggiori informazioni e risposte alle richieste che arrivano da internet. L’intervento arriva dopo dieci giorni di vivaci sviluppi nel rapporto tra governo e libera informazione, seguiti al grave incidente ferroviario del 23 luglio in cui erano morte 40 persone. Il deragliamento del treno superveloce orgoglio del Partito aveva scatenato molte polemiche e discussioni in rete e sui social network, che avevano superato le reticenze delle autorità e dei media istituzionali. E ancora due giorni fa si segnalava l’attività censoria del governo su tali discussioni a proposito della sicurezza dei nuovi treni e della stessa trasparenza delle informazioni date ai cittadini: con ordini espliciti in questo senso diramati venerdì scorso dal dipartimento per la comunicazione del Partito.

Ma l’articolo sul Quotidiano del Popolo – ripreso anche dall’agenzia ufficiale Xinhua – ha chiesto invece alle autorità di imparare i nuovi linguaggi della rete e sapere rispondere efficacemente alle sue domande: “per rispondere al popolo e comprendere le sue preoccupazioni”. Il canale su cui più si sono manifestate le richieste e le accuse degli utenti della rete sono i weibo, una sorta di versioni cinesi di Twitter.

Nella foto il premier cinese Wen Jiabao visita il luogo dell’incidente del 23 luglio (AP Photo)