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  • Venerdì 29 luglio 2011

Jovan Divjak è un uomo libero

L'Austria ha rifiutato la richiesta di estradizione della Serbia verso l'ex generale che guidò la resistenza di Sarajevo

Un tribunale di Vienna ha rifiutato la richiesta di estradizione avanzata dalla Serbia nei confronti di Jovan Divjak, ex generale serbo che durante la guerra in Bosnia di schierò a fianco dei musulmani bosniaci. Il giudice ha motivato la decisione dicendo che in Serbia non ci sono le condizioni per garantire Divjak a un processo giusto.

Divjak, 73 anni, era stato arrestato all’aeroporto di Vienna lo scorso marzo. La Serbia lo accusa di avere partecipato nel 1992 a un attacco contro un convoglio militare dell’esercito jugoslavo in cui morirono 18 soldati. L’ex generale, premiato nel 2001 con la legione d’onore francese, ha sempre negato ogni responsabilità nel raid. “La richiesta della Serbia è stata respinta e Divjak è un uomo libero”, ha detto il ministro degli esteri della Bosnia, Sven Alkalaj. Divjak è già in viaggio verso Sarajevo, dove i suoi sostenitori gli stanno preparando una festa. “La cosa più importante è che io possa andarmene dall’Austria”, ha detto l’ex generale subito dopo l’annuncio della sentenza.

Nel 1992, allo scoppiare della guerra, Divjak era un colonnello serbo che decise di disertare e passare dalla parte della Bosnia, la sua terra di adozione che al disgregamento della Jugoslavia si era dichiarata indipendente ed era stata travolta da una guerra civile. Divenne il secondo ufficiale per importanza dell’esercito bosniaco, e uno dei principali eroi della resistenza di Sarajevo bombardata e assediata dall’esercito serbo e dalle milizie del criminale di guerra Radovan Karadzic. Divjak era nato da genitori serbi ma si considerava prima di tutto bosniaco. Disertare le truppe jugoslave “era l’unica cosa giusta da fare”, ha detto, rivendicando la sua fedeltà all’identità bosniaca contro i nazionalismi e gli integralismi che ancora dividono la ex Jugoslavia.