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  • Martedì 26 luglio 2011

Perché tenere d’occhio il Kosovo

Ieri sera ci sono stati scontri al confine con la Serbia: le vecchie tensioni per il passaggio delle merci hanno superato il livello di guardia

La tensione tra Serbia e Kosovo è tornata pericolosamente a salire negli ultimi giorni. Ieri sera alcune unità speciali della polizia kosovara hanno bloccato i checkpoint al confine tra i due paesi per impedire il passaggio di camion carichi di prodotti provenienti dalla Serbia. L’intervento ha scatenato una serie di scontri con la popolazione locale e un poliziotto kosovaro è rimasto lievemente ferito durante uno scontro a fuoco. Ne parla l’Economist.

L’incidente sembra essere stato innescato da una disputa sugli scambi commerciali che avvengono lungo il confine. Dalla fine della guerra il Kosovo non ha mai potuto esportare i propri prodotti passando per la Serbia, che non riconoscendo l’indipendenza del Kosovo si è sempre rifiutata di accettare merce bollata con francobolli con scritto “Repubblica del Kosovo”. Al contrario, però, la Serbia ha sempre esportato grosse quantità di prodotti attraverso il confine kosovaro. Fino a quando lo scorso 20 luglio il Kosovo ha stabilito un divieto ufficiale d’ingresso per i prodotti provenienti dalla Serbia, in nome di una reciprocità di trattamento.

Le principali merci che vengono esportate dalla Serbia attraverso il Kosovo sono alimenti e materiali da costruzione. Il mercato del Kosovo è fondamentale per la Serbia perché assorbe una fetta importante delle sue esportazioni, che nel 2010 hanno ammontato a 391 milioni di dollari. Il Kosovo può invece fare a meno dell’importazione di prodotti serbi e rifornirsi attraverso la Macedonia. Il blocco del confine è stato quindi un enorme shock per la Serbia, scrive l’Economist, che evidentemente non si era mai resa conto di quanto fosse dipendente dal paese che di cui ancora non vuole riconoscere l’indipendenza.