“Su Google+ nessuno sa che sei maschio”

Google ha deciso di rendere private, per chi lo vuole, le indicazioni sul sesso delle persone

Accogliendo le richieste di molti utenti, il gruppo di lavoro che si occupa di Google+, il social network del motore di ricerca presentato due settimane fa, ha deciso di rendere private le informazioni sul sesso di chi è iscritto al servizio. Chi ha un profilo Google, necessario per poter utilizzare Google+, può ora scegliere o meno di rendere pubblico se è maschio o femmina, come avviene già per diverse altre informazioni nei profili come la propria situazione sentimentale, il luogo in cui si vive o la propria data di nascita.

Il cambiamento interessa le versioni nelle varie lingue dei profili di Google e comporterà qualche modifica, specialmente per le lingue che utilizzano sempre pronomi possessivi specifici a seconda del genere, come avviene con l’inglese. In italiano ce la caveremo con forme come “Tizio ha aggiornato il proprio profilo”, mentre in inglese Google ha deciso di utilizzare “their” al posto di “his” o “her”, che identificano rispettivamente il genere maschile e femminile. Questa soluzione non è grammaticalmente del tutto corretta, ammettono quelli di Google, ma consente di tutelare meglio la privacy degli iscritti al social network e ai servizi del motore di ricerca.

Oltre a consentire agli iscritti di non condividere informazioni sul loro genere online, questa soluzione potrebbe semplificare le cose per le società che intendono creare una loro pagina su Google+. Il motore di ricerca non ha ancora dato linee guida precise per chi vuole promuovere il proprio marchio e le proprie attività online, ma un servizio simile alle Pagine di Facebook dovrebbe arrivare in tempi brevi.

Si stima che al momento su Google+ circa l’87 per cento degli iscritti sia di sesso maschile, mentre i membri di sesso femminile sono l’11,5 per cento. La piccola percentuale rimanente – le opzioni nell’indicare il genere sono “Uomo”, “Donna” e “Altro” – è composta sostanzialmente da società e organizzazioni che stanno sperimentando le funzioni del nuovo social network.