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  • Sabato 2 luglio 2011

La Grecia blocca la Freedom Flotilla II

La guardia costiera greca impedisce alle navi dirette a Gaza di partire, gli attivisti denunciano sabotaggi

Venerdì una nave della Freedom Flotilla II, il gruppo di navi che intende forzare il blocco navale israeliano di Gaza per portare aiuti umanitari, è stata scortata di nuovo al porto dalla guardia costiera greca solo un’ora dopo la partenza dal porto di Perama, non distante da Atene. La nave, chiamata The Audacity of Hope, aveva a bordo decine di attivisti, la maggior parte statunitensi. Un giornalista del settimanale statunitense The Nation che era a bordo ha raccontato che la nave è stata circondata in mare da squadre armate. Anche alla nave canadese Tahrir sarebbe stato impedito di partire.

L’ambasciata greca a Tel Aviv ha emesso un comunicato in cui conferma che è stata impedita la partenza di navi “con bandiere greche o straniere” dirette a Gaza dai porti della Grecia. La decisione è stata presa dal ministro della Protezione Civile, Christos Papoutsis. In fondo al comunicato si elencano alcuni elementi che hanno contribuito a far prendere la decisione, tra cui “il blocco navale dichiarato da Israele e l’intenzione espressa dalle autorità israeliane di usare la forza contro coloro che proveranno a violare il blocco”, “l’immediata minaccia alla vita e alla sicurezza dei partecipanti e delle navi” e un più generico “bisogno di difendere gli interessi nazionali”. Secondo gli organizzatori della Freedom Flotilla, il governo greco avrebbe preso il provvedimento dopo aver subito pesanti pressioni da parte di Israele.

Nei giorni scorsi, diverse navi della seconda Freedom Flotilla hanno denunciato di aver subito azioni di sabotaggio. Giovedì gli attivisti a bordo di una nave irlandese, la MV Saoirse, che si trovava nel porto turco di Gocek, hanno detto che erano stati costretti a ritirarsi dalla spedizione verso Gaza per colpa di un “sabotaggio” israeliano. All’inizio di questa settimana, altri partecipanti alla spedizione hanno denunciato il danneggiamento dell’elica di una nave svedese nel porto greco del Pireo. The Audacity of Hope aveva ricevuto una settimana fa un’anonima denuncia che metteva in discussione la “capacità di tenere il mare” della barca: l’azione è stata rivendicata poi sulla stampa israeliana dal’organizzazione Shurat HaDin, un gruppo non governativo che ha tra i suoi scopi la lotta al terrorismo attraverso denunce e altri mezzi legali.

Nel frattempo, il gruppo più numeroso di attivisti, una sessantina, si trovano in un piccolo porto nell’isola greca di Corfù nella speranza di ricevere il permesso delle autorità greche a partire con la nave italo-olandese Stefano Chiarini. Gli attivisti stanno seguendo corsi sulla resistenza non violenta e istruzioni sui loro diritti legali e su come comportarsi in caso di arresto.

La Audacity of Hope scortata indietro dalla guardia costiera greca.
foto: AP Photo/Darko Bandic

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