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  • Giovedì 5 maggio 2011

I giornali che chiudono i commenti

Un quotidiano del Colorado ha preso una strada drastica su uno dei temi centrali del nostro rapporto con la rete

Un paio di settimane fa il Post ha pubblicato un articolo sul tema della qualità dei commenti e dell’anonimato online, del dibattito che li circonda, delle nuove prospettive introdotte dalla discesa in campo di Facebook nella gestione dei commenti di molti siti (trascurando di citare tra l’altro un esempio molto più prossimo dell’uso di Facebook in questo senso: quello del sito di Internazionale, dove se ne dicono molto soddisfatti). La discussione è stata molto ricca – ed esemplare in sé – ed evidentemente molto sentita. Gli aspetti sono molti: quello più interessante senz’altro quello delle revisioni e trasformazioni del nostro rapporto con la rete, che è divenuto centrale in pochissimi anni e prima ancora di avere raggiunto una maturità e una condivisione di regole e consuetudini. Però la questione della qualità dei commenti investe anche riflessioni sociali e culturali che non riguardano solo la rete, ma i nostri bisogni e comportamenti in genere. E infine riguarda la trasformazione dei giornali e dell’informazione. Quello che è invece marginalissimo a questa dimensione – mondiale – del dibattito, è cosa abbia intenzione di fare il Post: malgrado alcuni lettori volessero discuterlo in quell’occasione, e per questo ci sembra utile premettere che non stiamo parlando di questo neanche nel riprodurre l’editoriale del direttore del Greeley Tribune – il quotidiano di una città del Colorado – che sabato scorso ha annunciato la sua intenzione di chiudere i commenti sul sito del giornale, con la scelta più drastica dentro una tendenza alla regolamentazione e alla maggior selezione che è comunque in corso da più di un anno tra i giornali americani. Qui, i risultati parziali del sondaggio tra i lettori del sito sulla scelta.

C’è un dibattito che va avanti ormai da tempo tra chi fa i giornali, sul senso di ospitare i commenti anonimi sui nostri siti web. La maggior parte dei giornali li permette ancora, ma alcuni direttori ed editori sono imbarazzati dalla sgradevolezza e viltà degli insulti che spesso si accompagnano all’anonimato concesso ai commentatori online.

Alcuni giornali hanno eliminato del tutto i commenti. E da oggi, lo faremo anche noi: almeno temporaneamente. Cominciamo oggi un test che sospenderà la funzione dei commenti sul sito. Tutti i commenti pubblicati precedentemente saranno cancellati e nessuno potrà commentare i nuovi articoli.

Prima che i nostri lettori online corrano a costituire una comunità di sostegno e a progettare il bombardamento dell’ufficio del direttore, lasciatemi ripetere che è solo un esperimento. Per almeno qualche settimana, terremo d’occhio le reazioni dei lettori e le conseguenze sul traffico.

Come scrissi in un articolo diversi mesi fa, sono infastidito da tempo dalle battute da spogliatoio, gli insulti e l’aggressività che sembrano dominare le nostre conversazioni anonime. Certo, aiuta a coinvolgere i lettori, ma è questo il coinvolgimento che vogliamo? Abbiamo degli standard, nella carta stampata: uno è la civiltà, un altro l’identità della persona che commenta. Sempre più spesso, mi chiedo perché gli stessi standard non debbano valere anche sul web.

Perché non cancellare solo i commenti peggiori, chiederete. Beh, potremmo. Ma prenderebbe troppo tempo. Siamo vittime del nostro successo, perché il numero dei lettori che consumano il nostro giornalismo cresce ogni mese e ogni anno. Per quelli di voi che abbiano sentito dire che i giornali hanno una crisi di lettori, vi comunico che sono fesserie. Abbiamo più occhi sul giornalismo che produciamo di quanti ne abbiamo mai avuti.

I lettori che desiderano commentare gli articoli, noi li invitiamo a farlo senz’altro. Se ci date il vostro nome e seguite pochi altri criteri, pubblicheremo volentieri una lettera sul giornale di carta e sul web. Ma per ora, fine dei commenti anonimi sul sito.

Sono curioso di sapere cosa pensiate di questo possibile cambiamento. Immagino che molti dei nostri lettori abituali ne saranno scontenti. Ma so anche che ci sono lettori che mi hanno detto che i commenti non li leggono nemmeno, da quanto sono brutti. Più di una volta un lettore mi ha detto che non scriverebbe una lettera o un articolo per il giornale per paura del branco – come un direttore mio collega lo ha descritto – che si precipiterebbe su di lui online.

Sentitevi invitati a scrivermi o chiamarmi per dirmi che ne pensate. Vi faremo sapere tra qualche settimana se questo cambiamento diverrà definitivo.

(Randy Bangert, The Greeley Tribune)