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  • Venerdì 1 aprile 2011

Gheddafi vuole trattare?

Sia il Guardian che la BBC parlano di un emissario del governo libico inviato a Londra per "colloqui informali"

Libyan anti-Kadhafi fighters take position some 30 kilometers before the eastern town of Brega on March 31, 2011, as rebels fought running street battles for the oil town, about 800 kilometres (500 miles) from the capital Tripoli, with forces loyal to Libyan leader Moamer Kadhafi driving around and shooting at people. AFP PHOTO / ARIS MESSINIS (Photo credit should read ARIS MESSINIS/AFP/Getty Images)
Libyan anti-Kadhafi fighters take position some 30 kilometers before the eastern town of Brega on March 31, 2011, as rebels fought running street battles for the oil town, about 800 kilometres (500 miles) from the capital Tripoli, with forces loyal to Libyan leader Moamer Kadhafi driving around and shooting at people. AFP PHOTO / ARIS MESSINIS (Photo credit should read ARIS MESSINIS/AFP/Getty Images)

Muammar Gheddafi ha inviato a Londra una delle persone più fidate della sua cerchia, perché si impegni in colloqui informali e confidenziali con i funzionari del governo britannico. La notizia è stata diffusa poche ore fa sia dal Guardian che dalla BBC, ognuna citando sue fonti. La persona in questione sarebbe Mohammed Ismail, collaboratore di Saif al-Islam Gheddafi, e i contatti con lui non sarebbero che parte dei contatti tra i funzionari del governo libico e quelli britannici, negli ultimi giorni. Questo, scrive il Guardian, potrebbe significare la volontà del regime di cercare una via d’uscita dal conflitto militare.

Interpellato sull’argomento, il ministero degli Esteri del Regno Unito non ha voluto commentare: la notizia però è arrivata dopo che da giorni si dice che i figli di Gheddafi, soprattutto Saif al-Islam, Saadi e Mutassim, sarebbero ansiosi di cominciare dei colloqui con l’Occidente, ed è ritenuta credibile. Non è escluso, inoltre, che questi stiano portando avanti queste eventuali trattative nonostante il parere negativo di loro padre, anche a costo di metterlo da parte: il Guardian avanza addirittura l’ipotesi che Mutassim Gheddafi, figlio del dittatore, possa diventare presidente ad interim di un governo di unità nazionale, durante la fase di transizione. Di certo, a oggi, quest’idea non sarebbe però ben vista né dai ribelli né dalla comunità internazionale.

Queste notizie arrivano il giorno dopo la diserzione di Moussa Koussa, l’ex ministro degli esteri libico, che ieri il primo ministro Cameron ha definito un segno delle gravi difficoltà del regime. Fonti governative riferiscono che lo stato d’animo di Koussa è particolarmente “delicato”, visto che la sua famiglia è rimasta in Libia. Cameron ha ribadito che a Koussa non sarà concessa alcuna immunità, le autorità scozzesi hanno detto di volerlo interrogare per fargli delle domande sull’attentato di Lockerbie. Koussa è ritenuto, tra le altre cose, l’uomo che nel 2003 convinse Gheddafi ad abbandonare il suo programma di sviluppo di armi di distruzione di massa, temendo che potesse inimicarsi l’Occidente e fare la fine di Saddam Hussein.

foto: ARIS MESSINIS/AFP/Getty Images