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  • Venerdì 25 marzo 2011

La crisi del Portogallo

Il Portogallo rischia di dover chiedere aiuto all'Europa prima ancora di avere un nuovo governo

La crisi di governo in Portogallo ha aperto un vuoto politico che renderà ancora più complicata la ripresa economica del paese. L’ex premier José Socrates, socialista, ha tentato fino all’ultimo momento di evitare di ricorrere all’aiuto dell’Unione Europea e del Fondo Monetario Internazionale, come hanno già fatto Grecia e Irlanda, ma il suo nuovo piano di tagli economici è stato bocciato da tutti e cinque i partiti dell’opposizione costringendolo alle dimissioni. Le elezioni non si terranno prima della fine di maggio e ora il Portogallo rischia di dover chiedere aiuto all’Europa prima ancora di avere un nuovo governo.

Le due incognite principali, al momento, riguardano chi dovrà negoziare l’accordo con l’Europa e il Fondo Monetario Internazionale, e quali saranno i contenuti del programma che Lisbona presenterà in cambio degli aiuti. Il presidente della Repubblica Anibal Cavaco Silva inizierà a breve le consultazioni con tutti i partiti e con il Consiglio di Stato per cercare di riempire al più presto il vuoto politico che si è creato. Due al momento sembrano le opzioni più probabili: mettere insieme una grande coalizione con tutti i principali partiti politici o nominare un governo tecnico di transizione. Una terza possibilità sarebbe quella di lasciare a Socrates l’incarico di premier ad interim finché non ci saranno le nuove elezioni. Anche se questa al momento sembra l’opzione meno probabile, perché Bruxelles non sembra avere molta voglia di negoziare un accordo con un governo già dato per spacciato, come era già accaduto con l’Irlanda.

Resta il problema di come il Portogallo affronterà le prossime scadenze del debito pubblico in assenza di un’intesa con Ue e Fmi: i mercati finanziari stimano che abbia fondi sufficienti per coprire i rimborsi per 4,3 miliardi di euro di metà aprile, ma non per i 4,9 miliardi in scadenza a metà giugno (altri 9 miliardi di euro scadono entro fine anno). Dai primi calcoli, il Portogallo potrebbe avere bisogno di una cifra fra i 60 e gli 80 miliardi di euro per i prossimi tre anni. Per quando riguarda i contenuti dell’accordo da negoziare con l’Unione Europea è probabile che si ricalcheranno gli stessi obiettivi già indicati da Socrates, con un piano per la riduzione del deficit al due percento entro la fine del 2013. Quello che cambierà saranno probabilmente le misure adottate per raggiungere l’obiettivo. Socrates aveva puntato su un nuovo pesante piano di aumenti delle tasse, mentre il nuovo programma punterà probabilmente sui tagli di spesa e su una riforma strutturale dell’economia per far ripartire la crescita del paese, che dopo la stagnazione degli ultimi dieci anni subirà un’ulteriore contrazione dell’uno percento nel 2011.