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  • Giovedì 24 marzo 2011

Il soldato che uccideva per divertimento condannato a 24 anni di carcere

Jeremy Morlock si è dichiarato colpevole di avere ucciso tre afghani innocenti ed essersi messo in posa con i loro cadaveri

Jeremy Morlock, il soldato americano accusato di aver ucciso deliberatamente tre civili in Afghanistan, è stato condannato a 24 anni di reclusione. Processato sotto corte marziale, mercoledì Morlock si era proclamato colpevole: il suo era il più grave e noto caso di abusi documentati durante i dieci anni di guerra in Afghanistan.

«So che quello che ho fatto è sbagliato», ha detto Morlock in aula, ammettendo di aver fumato spesso hashish in Afghanistan ma contravvenendo alla raccomandazione del suo avvocato, che gli aveva consigliato di dire che fosse sotto effetto di stupefacenti al momento dei fatti. Morlock era sotto accusa insieme a quattro colleghi, che insieme a lui avrebbero portato avanti deliberatamente l’uccisione di afghani innocenti fin dal 2009. Dopo gli omicidi, lui e gli altri soldati posizionavano delle armi vicino ai cadaveri così da far apparire giustificati e frutto di una battaglia le loro uccisioni. Quando il giudice ha chiesto a Morlock quali fossero le sue intenzioni, lui ha risposto: «Volevamo uccidere delle persone». La settimana scorsa lo Spiegel aveva pubblicato tre fotografie che mostrano Morlock e altri soldati posare divertiti insieme ai cadaveri delle persone che avevano ucciso.

Il 9 settembre scorso l’esercito americano aveva diffuso un documento di 45 pagine in cui venivano riassunte le accuse a dodici soldati: cinque sono accusati di omicidio, sette sono accusati di aver coperto il crimine dei primi cinque. Tutti e dodici facevano parte di una divisione dell’esercito operante nel sud dell’Afghanistan, vicino Kandahar, tra il 2009 e il 2010. A fine settembre ABC e CNN avevano diffuso stralci delle riprese degli interrogatori ai militari. In uno dei video Morlock raccontava come una delle vittime fosse disarmata e non costituisse una minaccia quando fu uccisa da lui e i suoi colleghi. L’ordine sarebbe stato dato dal sergente dell’unità, Calvin Gibbs, l’uomo accusato di aver tenuto le dita di almeno uno dei civili uccisi.

«Così abbiamo identificato il corpo e Gibbs ha detto una cosa come…  “Allora, volete o no ammazzare questo tizio?” […] Ha tirato fuori una delle sue granate, una granata americana, poi mi ha detto dove andare a sparargli. Uccidilo, uccidilo.»

Secondo la dichiarazione di Morlock, i soldati avrebbero sparato all’uomo indifeso e poi lanciato una granata sul corpo morto in modo che sembrasse vittima di combattimenti.