Ieri il ministro Gelmini è intervenuta nella trasmissione Che tempo che fa, intervistata da un Fazio che per l’occasione è stato incalzante. Il ministro ha innanzi tutto difeso il Presidente del Consiglio per il suo intervento sugli insegnanti che “inculcano”, con un argomento molto debole: è stato frainteso, ha già precisato. Si fosse limitata a questo sarebbe stato molto triste (perché perfino Bondi – di fronte alle intemperanze di qualche collega – ha difeso i suoi “dipendenti”), ma comprensibile. Il problema è che poi ha aggiunto che “è sbagliato mettere in contrapposizione – come fa la sinistra – scuola statale e scuola paritaria”. Peccato che (derubricati – si fa per dire – gli insulti a maleducazione, irresponsabilità e ignoranza) il punto politico di critica alle parole di Berlusconi sia proprio il fatto che ha contrapposto scuola statale e scuola paritaria e infatti non a caso è stato investito dalle critiche di Bagnasco, dell’associazionismo cattolico e dei rappresentanti delle scuole non statali, anche non confessionali.
Nella parte conclusiva della sua intervista il ministro parla della carenza di insegnanti di sostegno e prima nega – mentendo – e poi elude la contestazione che il ministero sia stato condannato (la sentenza è qui), e incalzata dall’intervistatore fa tre affermazioni: che ci sono 3500 insegnanti di sostegno in più, che la carenza di personale di sostegno è dovuta a una distribuzione diseguale degli stessi e che c’è “eccessiva superficialità nel riconoscere disabilità che non esistono”. La prima affermazione è vera, ma è falsa. Nel senso che ad essere di più sono gli insegnanti in ruolo, ma non (se non poche centinaia) gli insegnanti in genere: buon per loro e per le loro famiglie, ma per i disabili e le loro famiglie cambia poco. La seconda affermazione è vera, come è stato dimostrato da una indagine di Tuttoscuola: “a Salerno e a Bari il rapporto è di 1,67 disabili per ogni docente di sostegno; a Nuoro si arriva addirittura a 1,59; all’estremo opposto, Pescara e Latina hanno un rapporto di 2,58”; come si vede non è solo un problema di rapporto nord-sud: cosa sta facendo il ministro per un riequilibrio? La terza affermazione è semplicemente vergognosa e l’ho sentita anche dal Direttore regionale della Lombardia Colosio (sempre a dimostrazione che non riguarda solo il Sud). Colosio ha anche aggiunto un perentorio “ho le prove”. Qui i casi sono due: o non è vero (e la bugia si commenta da sola), oppure è vero e allora il ministro tollera che un disabile “vero” abbia meno ore di sostegno perché non ha la capacità di intervenire su quello “falso” pur avendone le prove. In un paese normale ci si dimetterebbe per molto meno.
La parte centrale dell’intervista si è concentrata sui tagli, che il ministro ha rivendicato (“non li ho subiti, ma condivisi con Tremonti”, ha detto). Qui ci sono alcune chicche: andiamo con ordine. La spesa per la scuola in dieci anni è aumentata, non diminuita. Immagino intenda prima del suo avvento e non so se sia vero (questi conti sono sempre un po’ complessi). Ma ipotizziamo anche che sia vero: chi ha governato Viale Trastevere nei dieci anni precedenti il suo arrivo? Per un annetto Berlinguer, poi De Mauro (entrambi di centrosinistra), poi per cinque anni Letizia Moratti (centrodestra) e per due Fioroni (centrosinistra). Dobbiamo quindi dedurne che responsabile di questo presunto spreco di denaro pubblico sia stato il centrodestra quanto il centrosinistra e in particolare Letizia Moratti, unica ad aver avuto continuità e possibilità di pianificare. Sintesi giornalistica: Gelmini attacca Moratti. Fossi nel sindaco di Milano, avrei già chiesto le dimissioni del ministro.