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  • Sabato 12 marzo 2011

Crescent City e gli tsunami

La cittadina nel nord della California subisce gli effetti degli tsunami più di qualsiasi altra località negli Stati Uniti

La città di Crescent City, sulla costa all’estremo nord della California, è dove lo tsunami ha colpito più duramente la scorsa notte, distruggendo le banchine del porto con onde alte più di due metri e causando almeno un morto. A partire dal 1933, ben 31 tsunami sono stati osservati nella cittadina di 7.500 abitanti, con effetti ben più rilevanti rispetto a qualsiasi altra località della costa occidentale degli Stati Uniti. Le conseguenze degli tsunami sembrano costantemente amplificate nella zona: nel marzo del 1964 il secondo terremoto più potente al mondo da quando esistono rilevazioni affidabili, con epicentro in Alaska e magnitudo 9,2 della scala Richter, causò un’ondata che fece 17 morti in tutta la costa occidentale degli Stati Uniti, e undici di questi a Crescent City.

Crescent City è un’area economicamente depressa e vive principalmente di pesca e del commercio del legno. Timothy Noah prova a spiegare su Slate perché la zona della cittadina è molto più esposta agli tsunami rispetto al resto della costa americana. Le ricerche sismologiche indicano che la causa starebbe nella Frattura di Mendocino, un rilievo sottomarino perpendicolare alla costa tra la placca pacifica a sud (delimitata dalla più celebre faglia di San Andreas) e la piccola placca di Gorda a nord. Quando lo tsunami raggiunge il rilievo, è spinto in acque più profonde e acquista velocità nel suo movimento verso la costa, che nei pressi di Crescent City rientra verso l’interno. Il litorale della cittadina è una curva all’interno della curva e questo intensifica l’effetto delle ondate. Il nome stesso della cittadina registra la forma della sua costa; “Crescent City” (città della mezzaluna) è anche uno dei soprannomi della città di New Orleans, devastata dalle inondazioni dopo l’uragano Katrina del 2005, a causa dell’andamento del fiume Mississippi nella città.

foto: Central Press/Getty Images