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  • Lunedì 10 gennaio 2011

Il voto in Sudan tenuto d’occhio sul web

Un sito raccoglie in tempo reale le segnalazioni sulle irregolarità ai seggi durante il referendum per l'indipendenza del Sud

Ieri in Sudan sono iniziate le votazioni per il referendum che stabilirà se il sud del paese potrà separarsi dal nord. Nell’area meridionale del paese si sono registrati in più di quattro milioni di persone, mentre al nord si stima che appena centomila cittadini si siano iscritti per partecipare al voto. La consultazione andrà avanti fino al 15 gennaio per consentire a chi ha deciso di votare di raggiungere i seggi ed esprimere la propria preferenza. La vittoria degli indipendentisti sembra essere scontata, ma in molti temono brogli e violenze ai seggi che potrebbero turbare le votazioni nei prossimi giorni.

Per tenere sotto controllo quanto avviene ai seggi, il Sudan Institute for Research and Policy, una associazione non profit per lo sviluppo del paese, ha realizzato Sudan Vote Monitor (SVM), un sito web aggiornato in tempo reale che segnala le anomalie nello svolgimento delle votazioni per il referendum. I cittadini che assistono a episodi di violenza o che subiscono vessazioni possono inviare un SMS all’associazione indicando il seggio in cui si trovano. I responsabili del Sudan Institute provvedono poi a inserire l’informazione su una mappa dinamica, che tiene così traccia degli eventuali brogli e delle irregolarità al voto.

Il servizio fornisce informazioni non solo sulle possibili violenze, ma anche sugli altri problemi meno gravi che possono verificarsi ai seggi: dalla chiusura imprevista di un seggio elettorale ai problemi di logistica legati alla distribuzione e alla conservazione delle schede elettorali. Altre sezioni del sito offrono informazioni sul referendum, fotografie dai seggi elettorali e altri resoconti sull’andamento delle votazioni. Le segnalazioni possono essere commentate e un sistema consente anche di votarle come più o meno attendibili.

Fareed Zein, uno dei responsabili del progetto, confida di dare un contributo per consentire alle piccole comunità del sud del paese di monitorare meglio il voto, compensando così le mancanze del governo e delle forze dell’ordine, che spesso non intervengono per risolvere i problemi elettorali.

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